Con rientro dopo le vacanze estive e la ripresa dei ritmi di lavoro ordinari, lo stress e il tecnostress possono costituire un problema per qualsiasi lavoratore; come possiamo affrontare al meglio questi rischi e rendere migliore l’ambiente nel nostro ufficio?
Stress sul lavoro, di cosa si tratta?
La gestione dei rischi sul luogo di lavoro è una pratica comune. Spesso questi rischi nascono dal tipo di lavoro svolto (per esempio se prevede possibili contatti con sostanze pericolose) oppure da compiti e mansioni particolari tuttavia, anche lo stress, è divenuto una causa di rischio conclamata.
Lo stress da lavoro correlato è la definizione che viene data a questo tipo di problema. Si tratta dello squilibrio che il lavoratore percepisce tra le richieste dell’ambiente di lavoro e le sue capacità.
Già da diversi anni, questo tipo di rischio è contemplato nel Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro, il D.Lgs. 81/08 e, tra le problematiche contemplate, c’è anche il tecnostress.
Una sindrome causata dalla tecnologia
Se i rischi causati da stress sul luogo di lavoro non sono una novità, non lo è nemmeno quello che viene definito tecnostress. Questo termine è stato coniato dallo psicologo americano Craig Brod nel 1984, nel suo libro “Technostress: the human cost of computer revolution”.
Si tratta di un problema che nasce dall’incapacità del lavoratore di far fronte, in modo sano e efficace, alle nuove tecnologie. Con il tempo, il termine ha espanso il suo significato andando a comprendere qualsiasi impatto negativo, sulla psicologia del lavoratore, causato dalla tecnologia.
Sulle nostre scrivanie possiamo ritrovare una grande quantità di strumenti digitali: dal notebook, allo smartphone, al tablet; una situazione di iper connessione e sovraccarico delle informazioni che richiede una maggiore dose di lavoro e concentrazione per essere gestita.
In pratica, è una sindrome da stress causata dall’utilizzo eccessivo di ICT – information and communications technology.
Quali sono i sintomi più evidenti del tecnostress
Nel 2007, questo tipo di malattia professionale ha ricevuto il suo riconoscimento in Italia, grazie a una sentenza della procura di Torino. Nel 2014, l’INAIL ha sancito definitivamente che il tecnostress è un rischio concreto nel panorama del lavoro moderno.
Il tecnostress nasce dall’iper connessione dei lavoratori che la subiscono per 8/10 ore al giorno e si manifesta con sintomi corporali e sintomi psicologici.
Nei primi possiamo rilevare:
- Disturbi del sonno;
- Disturbi cardiovascolari o gastrointestinali;
- Emicrania;
- Astenia e fatica cronica;
- Frequenza cardiaca accelerata;
- Formicolio degli arti;
- Sudorazione;
- Dolori cervicali;
- Disturbi ormonali o mestruali;
- Disturbi della pelle.
I sintomi psicologici, invece, possono includere irritabilità e depressione seguiti da cambiamenti comportamentali, depressione e disturbi della sfera sessuale.
Queste due tipologie di sintomi si presentano insieme e, molto spesso, anche a seconda di come reagisce il singolo lavoratore, può essere difficile diagnosticarli in tempo. Si tratta di un problema subdolo ma debilitante.
Come prevenire il tecnostress in azienda
Lo stress lavoro correlato (che include anche il tecnostress) è causa di almeno il 50% di giornate lavorative perse. Da numeri come questi si capisce come le conseguenze di questi rischi ricadano, sia sul lavoratore e, allo stesso tempo, sull’efficienza dell’azienda.
Si calcola che almeno il 28% dei lavoratori italiani soffra di questo problema.
Il datore di lavoro dovrebbe fornire gli strumenti per contrastare il tecnostress e tutelare così, non solo la produttività, ma anche la salute dei dipendenti. I migliori mezzi che ha a sua disposizione sono la formazione e l’informazione.
Innanzitutto occorre essere coscienti dei fattori di rischio, effettuare la valutazione dei rischi sul luogo di lavoro è un primo passo essenziale.
Le aziende possono effettuare corsi per la gestione dello stress lavoro correlato, rivolgendosi a enti accreditati come Gruppo Errepi Srl. Questo tipo di corsi permette di aiutare i lavoratori a migliorare le proprie soft skills e a far crescere la propria sicurezza e produttività.
Altro fattore fondamentale è la comunicazione: informare su come gestire i cambiamenti e favorire uno scambio di idee trasparente è un metodo per ridurre lo stress. Piani di formazione sull’utilizzo dei software aziendali specifici per favorire la trasformazione digitale permettono ai lavoratori di operare con maggiore sicurezza.
Sono anche stati introdotti diversi documenti di carattere legislativo che introducono il diritto alla disconnessione e la privacy al di fuori dell’orario di lavoro, come il Piano Organizzativo del Lavoro Agile -PdCM del Marzo 2021.