La pandemia ha sconvolto non solo il privato di tutti noi, imponendo nuovi modi di porsi e di pensare in merito alla vita sociale ma la presenza del Covid-19 ha introdotto cambiamenti importanti anche nelle attività lavorative. Vediamo di cosa si tratta.
La nuova ondata della pandemia di Covid-19
L’andamento della pandemia di Coronavirus in Italia, nei primi mesi del 2021, ha ripreso vigore. Questo è stato causato, soprattutto, dalle varianti. In particolare la cosiddetta variante inglese, che secondo gli esperti è in circolazione da Settembre 2020, sta prendendo terreno.
In Italia la variante è stata contenuta fino a marzo, ma una notevole impennata dei casi che ha spinto a parlare di una terza ondata.
Le vaccinazioni, a quanto pare, stanno riuscendo nel compito loro assegnato. Anche la spinta della più recente e rapida variante Delta sembra risentire di questo ritrovato lasciando sperare che la quarta ondata possa essere migliore delle precedenti.
Le misure di sicurezza introdotte per il Covid-19
Tuttavia, anche se è possibile evitare il lockdown, ricordiamo che la sicurezza sul luogo di lavoro è sempre importante e che esistono misure implementate apposta per prevenire il contagio da Covid-19.
Le imprese hanno dovuto aderire ad una serie di importanti misure preventive per poter garantire la loro operatività.
Il lavoro da remoto
Una delle prima misure di sicurezza in ambito lavorativo è stata quella di incentivare il lavoro da remoto o lavoro agile.
Si è diffusa così, a macchia d’olio, la pratica di lavorare da casa per tutti quei lavoratori impiegati in attività che potevano essere svolte anche fuori dall’azienda.
Invitare i dipendenti a fruire di permessi e ferie arretrate è stata un’altra soluzione per allentare la pressione sui luoghi di lavoro.
La pratica del lavoro da remoto continua a essere uno strumento importante anche nella fase di ripresa delle attività, ma il datore di lavoro deve garantire la sicurezza anche ai lavoratori in sede.
Misure di sicurezza sul lavoro
Sul luogo di lavoro sono stati introdotti nuovi dispositivi di protezione individuale il suo utilizzo diviene obbligatorio per prevenire i contagi.
L’uso della mascherina chirurgica: la norma indica l’obbligatorietà dell’uso della mascherina. In tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, sia al chiuso che all’aperto. L’obbligo decade in caso di attività svolte in isolamento.
Mascherina o meno rimane in vigore l’importanza di mantenere una distanza di sicurezza di almeno un metro tra i lavoratori in tutti gli ambienti. Si raccomanda che siano anche limitati al massimo gli spostamenti non essenziali e il raggruppamento negli spazi comuni.
Per gli ingressi in azienda esiste anche la possibilità di misurazione della temperatura corporea.
Questi sono anche dotati di pannelli divisori in plexiglas per separare le aree di lavoro occupate da più dipendenti. Un’altra raccomandazione è che gli ambienti di lavoro siano rimodulati per ricavare maggiori spazi per garantire la distanza di sicurezza.
Sul nostro posto di lavoro dobbiamo trovare anche i dispenser di liquido detergente, come misura di precauzione igienica personale.
A proposito di gel igienizzante, la pulizia e la sanificazione dei luoghi di lavoro e delle attrezzature (soprattutto quelle di lavoro a uso promiscuo) diventerà una abitudine.
Gestione dei possibili affetti da Covid-19
Il datore di lavoro dovrà informare il personale che l’ingresso in azienda è precluso a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con persone positive al Covid-19 o provenga da zone a rischio.
Dovrà anche vietare l’ingresso in azienda anche ai lavoratori con una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi, nei casi in sui sia attivo il controllo della temperatura.
Se un dipendente sviluppa febbre o problematiche respiratorie durante l’orario di lavoro, occorre dotarlo di mascherina chirurgica, isolarlo e avvisare le autorità competenti.
I lavoratori positivi oltre il ventunesimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico, da effettuarsi in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario.
Le figure responsabili
Oltre al datore di lavoro, che rimane il primo responsabile, sia delle applicazioni delle norme di sicurezza che del trattamento dei dati dei suoi dipendenti, giocano un ruolo fondamentale il medico competente e il RLS.
Al medico competente è delegata la competenza della sorveglianza sanitaria. Il RLS opererà di concerto con i sindacati per verificare l’applicazione delle regole di prevenzione.
Vi ricordiamo che per la formazione per la sicurezza sul lavoro, come i corsi di formazione per RLS, soprattutto in un periodo di emergenza come questo, è sempre bene rivolgersi a enti accreditati presso le Regioni di pertinenza come Gruppo Errepi Srl società accreditata presso la Regione Lombardia.
Il Green Pass in azienda
Un altro punto spinoso che riguarda i dispositivi di prevenzione e protezione contro il coronavirus è l’applicazione del controllo del Green Pass negli ambienti di lavoro.
Il datore di lavoro ha il potere e il dovere di esigere dai dipendenti l’aderenza a ogni possibile misura di prevenzione e protezione; teoricamente il Green Pass potrebbe ricadere in questa categoria.
Questo è, a oggi, materia di discussione tra le parti sociali. Datori di lavoro e sindacati si stanno confrontando per dirimere la questione.