Tra le attività lavorative più a rischio, ci sono quelle definite comunemente lavori in quota. Questo tipo di lavoro provoca in Italia molti infortuni, spesso gravi, per questo è importante conoscere con esattezza cosa prevede la normativa in materia di sicurezza.
Cosa si intende per lavori in quota
Ma, prima di tutto, cosa sono questi lavori in quota? Il Testo Unico per la sicurezza sul lavoro le definisce come tutte quelle attività che espongono il lavoratore a un rischio di cauta da un’altezza superiore a due metri rispetto a un piano stabile.
Per questo motivo, nella categoria, rientrano anche tutti i lavori che si svolgono in scavi che prevedono profondità superiori a quella misura.
In queste attività rientrano gli scavi e le manutenzioni di impianti e fabbricati, o i cantieri.
I rischi principali dei lavori in quota
Come detto, questo tipo di lavori è uno dei più pericolosi e le statistiche riportano un’alta percentuale di infortuni.
I principali rischi che si riscontrano nei lavori in quota sono:
- una caduta dall’alto o nel vuoto del lavoratore a seguito di una perdita di equilibrio;
- il verificarsi dell’effetto pendolo che porta il lavoratore a urtare contro il suolo o contro una parete;
- la sindrome da imbarco (o sospensione inerte del corpo) che si verifica a seguito di una caduta e il lavoratore rimane appeso senza possibilità di muoversi. Se non si interviene in breve tempo può portale alla perdita di coscienza e alla morte;
- lesioni di diverso tipo causate da oggetti caduti dall’alto durante il trasporto con gru o argani.
Per tutti questi motivi è sempre indispensabile seguire le misure di sicurezza e prevenzione dettate dalla normativa.
Quali sono gli obblighi del datore di lavoro
Per la loro pericolosità, i lavori in quota devono essere gestiti con particolare accortezza. Il datore di lavoro è tenuto, innanzitutto e procedere con la stesura del DVR, il documento di valutazione dei rischi, e quindi a introdurre le misure di sicurezza idonee. Dovrà fornire:
- misure preventive;
- misure di protezione collettiva;
- misure di protezione individuale.
L’attrezzatura deve essere la più idonea a garantire la sicurezza per tutti i lavoratori. Dovrà dare priorità alle misure di protezione collettiva, come ponteggi, parapetti e reti di sicurezza, sui dispositivi di protezione individuale (DPI) come imbracature, dispositivi di ancoraggio e elmetti di protezione.
Il datore di lavoro dovrà anche provvedere a:
- scegliere l’accesso più idoneo ai posti di lavoro temporanei in quota in base alla frequenza di circolazione, dislivello e durata dell’impiego;
- predisporre una scala a pioli solo nel caso in cui l’uso di altre attrezzature di lavoro più sicure a causa del limitato livello di rischio e della breve durata di impiego;
- disporre sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi e sedili di sicurezza, quando il DVR stabilisce che il lavoro può essere effettuato in condizioni di sicurezza;
- individuare le misure per minimizzare i rischi dei lavoratori, in base alle attrezzature utilizzate e prevedendo, dove necessario, l’installazione di dispositivi di protezione contro le cadute;
- in caso di eliminazione temporanea di un dispositivo di protezione collettiva, segnalarlo in maniera efficace e adottare misure di sicurezza equivalenti;
- effettuare il lavoro solo se le condizioni meteorologiche garantiscono ai lavoratori di operare in sicurezza;
- vietare la somministrazione e l’assunzione di bevande alcoliche e superalcoliche ai lavoratori addetti ai cantieri temporanei e mobili e ai lavori in quota;
- garantire che le opere siano allestite con materiali di qualità idonee allo scopo prefissato.
La formazione per i lavori in quota
Un altro compito del datore di lavoro è provvedere alla formazione e all’addestramento del lavoratore per poter svolgere al meglio l’attività in quota.
Conoscere i rischi e saper adottare le giuste contromisure è indispensabile. Per questo motivo è obbligatorio frequentare il corso per lavoratori in quota.
Questo tipo di corso di formazione ha una durata di 8 ore e comprende moduli teorici e pratici durante i quali si affrontano argomenti come: il corretto utilizzo dei e mantenimento dei DPI oltre a tutta l’attrezzatura in uso, lo studio della normativa e degli obblighi di legge, la valutazione dei rischi e le strategie di soccorso.
Ogni 5 anni si deve effettuare un corso di aggiornamento di 4 ore.