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Lavoro in spazi confinati e ambienti ristretti, cosa c’è da sapere

Gli spazi confinati e gli ambienti ristretti sono luoghi di lavoro difficili, spesso teatro di gravi incidenti. Sono, proprio per questo motivo, un argomento importante quando si parla di sicurezza sul lavoro.

Cosa sono gli ambienti e spazi confinati

Con il termine “spazi confinati” si intende una tipologia di luogo dalle precise caratteristiche.

Tra le definizioni più comuni quella più ricorrente è che siano degli ambienti o luoghi chiusi, completamente o in parte, non costruiti né progettati per essere occupati in modo permanente da persone.

Questi luoghi possono però essere temporaneamente occupati da lavoratori impegnati in interventi di pulizia, manutenzione o ispezione.

Le caratteristiche che contraddistinguono uno spazio confinato sono: una ventilazione naturale sfavorevole con accessi limitati; spesso contengono sostanze chimiche tossiche e presentano diversi fattori di pericolo come carenza di ossigeno o rischio di caduta.

La normativa fa riferimento a situazioni precise ma non è possibile stilare un elenco completo perché diversi ambienti, per le loro caratteristiche costruttive, le modifiche subite o le attività lavorative cui sono adibiti, possono divenire “ambienti confinati”.

La normativa sul lavoro in spazi confinati

In origine è il D.Lgs. 81/08 a prendere in considerazione questo tipo di attività. In particolare negli articoli 66 e 121 e al punto 3 dell’allegato IV.

I due articoli cercano di offrire un primo elenco di quali luoghi possano rientrare nella categoria di ambienti confinati e richiamano alla presenza di elementi inquinanti e gas deleteri.

Il punto 3 dell’allegato IV invece fornisce indicazioni sui requisiti di vasche, canalizzazioni, silos, recipienti, serbatoi e tubazioni.

Per contrastare i rischi e gli incidenti, purtroppo sempre frequenti per questi ambienti, in seguito è stato varato anche il DPR 177/2011. Si tratta di un regolamento con le norme necessarie alle imprese e ai lavoratori autonomi che operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.

Un altro importante strumento per le imprese è il Manuale illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi dell’art. 3 comma 3 del Dpr 177/2011. Si tratta di un documento redatto dall’INAIL come riepilogo delle linee generali.

DPI da utilizzare negli spazi confinati

Per DPI intendiamo i dispositivi di protezione individuale. Sono strumenti di sicurezza dati in dotazione al lavoratore quando si trova ad operare in una situazione di rischio.

Per il lavoro in ambienti confinati diventano strumenti essenziali; gli operatori dovranno avere familiarità con imbragature di sicurezza e strumenti di ancoraggio, guanti, elmetto e indumenti di protezione, calzature di sicurezza e occhiali protettivi.

I dispositivi di protezione per le vie respiratorie sono DPI di terza categoria, questo significa che occorre una formazione specifica per utilizzarli in modo corretto secondo la normativa vigente.

I requisiti degli operatori autorizzati

La norma redatta con il DPR 177/2011 stabilisce che solo imprese o lavoratori autonomi qualificati possano lavorare negli ambienti confinati e sospetti di inquinamento.

In più, secondo il D.Lgs. 81/08 i lavoratori sono obbligati a ricevere una adeguata formazione sul lavoro in spazi confinati. Alla formazione va affiancato un addestramento in materia ed è sempre consigliato anche un aggiornamento periodico.