In Italia, gli infortuni sul lavoro costituiscono una piaga che impatta fortemente le risorse dei settori pubblico e privato. Nel 2024, i costi monetari associati a questi incidenti continuano a rappresentare un onere significativo, evidenziando l’urgente necessità di investire nella prevenzione e nella protezione dai rischi sul lavoro.
La piaga degli infortuni sul luogo di lavoro
In Italia e nel mondo, il bilancio dei lavoratori deceduti o feriti sui rispettivi luoghi di lavoro rimane elevato. Questa realtà rappresenta non solo una tragedia umana, argomento affrontato ripetutamente nei nostri articoli sulla sicurezza, ma anche un elemento che incide pesantemente sul bilancio e sulle risorse, non solo di un’azienda, ma dell’intera società.
Questi infortuni spesso derivano dalla distrazione dei lavoratori o dal mancato utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuale o delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro già previste dalla legge. Il risultato è un bilancio annuo che vede nel mondo la morte di 2,8 milioni di persone a causa di incidenti o malattie legate al lavoro. Di questi, circa 400 mila lavoratori sono vittime di infortuni mortali e 2,4 milioni muoiono a causa di malattie professionali. Va sottolineato che non tutti gli infortuni sono mortali: più di 374 milioni di lavoratori subiscono ogni anno infortuni sul lavoro non mortali ma che causano lesioni e assenze dal lavoro.
Questi numeri evidenziano quanto siamo ancora distanti da un obiettivo fondamentale: rendere il luogo di lavoro un ambiente sicuro. L’impatto devastante della Non Sicurezza sul lavoro si traduce in perdite di vite umane e in costi economici considerevoli.
Il danno economico della non sicurezza
Per aumentare la consapevolezza sulla non sicurezza sul lavoro, non basta solo concentrarsi sui pericoli presenti sul luogo di lavoro e sulla gravità delle conseguenze per i lavoratori coinvolti. È essenziale comprendere anche lo spreco di risorse e i costi associati, al fine di sensibilizzare sui rischi e sull’importanza degli strumenti di prevenzione e protezione.
Secondo i dati della Commissione Europea, nel 2019 i costi globali per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali hanno raggiunto i 3.050 miliardi di euro a livello mondiale, corrispondenti a quasi il 4% del PIL. A livello europeo, il costo degli infortuni è stato stimato a 460 miliardi di euro, oltre il 3,3% del PIL.
Negli ultimi anni, diversi studi condotti in Italia, anche grazie all’opera di raccolta dati dell’INAIL, hanno evidenziato l’impatto significativo degli infortuni sul lavoro sul bilancio delle aziende e della società nel suo complesso. In Italia, il costo globale degli infortuni e delle malattie professionali si aggira tra i 45 e i 50 miliardi di euro, pari a circa il 3,5% del PIL. Il costo medio di un infortunio è stimato intorno ai 64.000 euro, di cui il 20% è a carico del datore di lavoro.
Questi costi ricadono, in diverse percentuali sia sul lavoratore, che sulla società che sulle spalle del datore di lavoro.
Le tipologie di costi degli infortuni sul lavoro
I costi degli infortuni sul lavoro, come precedentemente menzionato, coinvolgono la società, le aziende e i lavoratori stessi, con la maggior parte del peso finanziario che ricade su questi ultimi due. In Italia, la suddivisione percentuale di questi costi è del 8%, 56% e 36% rispettivamente.
Questi costi si suddividono generalmente in tre categorie: diretti, indiretti e intangibili, ognuna con implicazioni specifiche:
I costi diretti sono facilmente quantificabili in termini monetari e sono direttamente correlati agli incidenti stessi. Sono principalmente a carico dell’azienda e includono le spese per l’assistenza sanitaria del dipendente, eventuali risarcimenti, costi aggiuntivi per trattamenti medici e spese amministrative o legali.
I costi indiretti, invece, non sono facilmente definiti e richiedono stime aggiuntive. Questi costi riflettono la perdita di produttività dell’azienda, i costi per sostituire il lavoratore assente e i danni all’immagine aziendale. In questa categoria, sia l’imprenditore che il dipendente, insieme ai colleghi e alla società nel suo complesso, sopportano il peso finanziario. I lavoratori infortunati possono anche affrontare problemi di salute a lungo termine, che possono limitare le loro opportunità di carriera e causare un impatto negativo sulle loro prospettive economiche.
Infine, i costi intangibili non rientrano nella contabilità aziendale e sono difficili da quantificare. Questi costi includono danni alla reputazione aziendale e effetti psicologici e morali sia sui lavoratori che sull’azienda stessa. In questa categoria rientrano anche gli effetti negativi che gli incidenti possono avere sulla morale dei dipendenti e i danni collaterali ai macchinari e ai materiali utilizzati.
Tra i costi che incidono maggiormente troviamo le assenze per malattia dei dipendenti, le spese legate alla sostituzione dei lavoratori infortunati, le perdite dovute alla mancata produzione e gli oneri derivanti da sanzioni penali e costi assicurativi.
Come le aziende possono investire sulla sicurezza
La sicurezza richiede dei costi, ovviamente, ma questi sono un investimento. Occorre che si diffonda questo tipo di mentalità per evitare non solo tragici incidenti, ma anche inutili sprechi.
Investendo in questo campo, oltre ad adempiere agli obblighi normativi, sarà possibile garantire vantaggi strategici come:
- Ridurre le spese dagli infortuni sul lavoro;
- Migliorare il livello di produttività;
- Evitare sanzioni e aumenti di costi assicurativi;
- Migliore disponibilità e presenza dei dipendenti.
La maggior parte delle soluzioni da implementare sono già comprese nelle best practices suggerite dalle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Iniziare con l’individuare le potenziali problematiche con il DVR, quindi implementare la sorveglianza sanitaria e insegnare procedure di primo soccorso. Altro investimento fondamentale è l’investimento in dispositivi di protezione e sistemi di sicurezza, promuovendo la formazione dei lavoratori sul loro utilizzo, promuovere la comunicazione con i dipendenti in merito alla sicurezza sul lavoro, soprattutto come accade grazie alla nomina e formazione di un RSPP e RLS.