"Where ARE U" è una “app”, quindi un’applicazione che possiamo istallare su un qualsiasi telefono smartphone o altro dispositivo mobile. L’applicazione, scaricabile da tutti e in modo totalmente gratuito sui propri dispositivi, nasce dall’idea della Direzione Generale dell’Areu e viene lanciata con tanto di approvazione della Prefettura di Milano nel Luglio del 2014.
Consente a chiunque di inviare una chiamata di soccorso o emergenza direttamente al 112 e di essere messo in contatto con la centrale operativa del 112 ma soprattutto di potere utilizzare il gps del proprio smarthpone o tablet affinché gli operatori localizzino prontamente la posizione del chiamante infortunato o con malore.
Sembra poco, direte voi, ma in passato e ancora oggi le statistiche indicano che alcuni ritardi sugli interventi sono legati anche alle mille difficoltà di reperire velocemente e con sicurezza il luogo dell’evento (pensate a chi non sa esattamente dove si trova, a chi non può parlare e a chi è costretto a non parlare perché magari sotto minaccia; mille sono i casi in cui localizzare il chiamante, per dare un soccorso tempestivo, è fondamentale).
Cos’è WHERE ARE U?
E’ un’app per l’emergenza collegata alle Centrali Uniche di Risposta del NUE 112 della Lombardia e di Roma per il distretto 06.
Permette di effettuare una chiamata di emergenza con il contestuale invio della posizione esatta del chiamante.
Che cos’è il NUE 112?
Il NUE 112 è il numero unico di emergenza europeo a cui richiedere l’intervento di Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco e Soccorso Sanitario.
In cosa consiste l’eccezionalità di questa app?
L’eccezionalità di questa app sta nel fatto che “dialoga” con il sistema informativo della Centrale Unica di Risposta NUE 112 permettendo una localizzazione puntuale anche nei casi in cui il chiamante non sa o non è in grado di fornire dati precisi sulla sua posizione.
Come funziona l’app?
L’app rileva la posizione tramite GPS e/o rete dati e la mostra sul telefono; al momento della chiamata la posizione viene trasmessa tramite rete dati o tramite SMS se la rete dati non è disponibile. Il doppio canale di trasmissione assicura sempre l’invio della posizione ogniqualvolta sia possibile effettuare una telefonata.
E se non posso parlare?
L’app consente di effettuare volontariamente una chiamata muta; con appositi pulsanti è possibile segnalare il tipo di soccorso richiesto.
E' sempre utile?
Si, l'informazione sulla posizione del chiamante è disponibile al NUE 112, ma Where ARE U è utile sempre, perchè indica la località e la via in cui si è o la sola posizione GPS, se non si è in ambito urbano. Queste informazioni sono quelle da riferire sempre a qualsiasi servizio di emergenza per consentire di effettuare un intervento.
Come faccio ad averla?
Where ARE U è disponibile per smartphone iOS, Android e Windows Phone.
La trovi sul sito dedicato where.areu.lombardia.it oppure su Apple App store, Google Play Store o Windows Phone App Store, cercando “112 Where ARE U”.
Posso essere localizzato se chiamo senza usare l’app?
Il NUE 112, tramite il CED Interforze del Ministero dell’Interno, riesce a conoscere un area di probabilità in cui si trova l’utente che chiama con cellulare, ma non l’esatta posizione.
Se non uso l'app chiamando cosa succede?
Viene effettuata solamente la chiamata vocale senza l’invio delle coordinate della posizione.
Devo avvisare che chiamo con l’app?
No, il sistema informatico del NUE segnala che la chiamata é stata fatta con app.
Come vengono usati i miei dati?
I dati vengono utilizzati esclusivamente per la gestione della chiamata di emergenza.
Può essere richiesta la mia posizione tramite App?
No, l'app non è utilizzabile dall'esterno.
Fonte: AREU Lombardia
Incendio Milano, ARPA “valori diossina alterati ma non pericolosi”
Incendio Milano, allarme diossina. Ultime notizie, l’Arpa rassicura ma le scuole “limitano” i bambini non portandoli a giocare all'aperto.
Nel primo pomeriggio di oggi sono stati resi noti i dati ufficiali relativi all'analisi sulla qualità dell'aria condotta da Arpa dopo l'incendio nel capannone di rifiuti in zona Quarto Oggiaro a Milano.
Il timore fino ad oggi era relativo alla eventuale presenza di sostanze nocive nell'aria ma secondo quanto riferito da Raffaele Cattaneo, assessore regionale alla protezione civile, i dati sono "tranquillizzanti". La presenza di diossina è stata addirittura di livello inferiore a casi simili verificatisi in passato.
"I valori registrati nelle prime ore dell'evento rientrano nella fascia inferiore della casistica riferita agli incendi più importanti avvenuti dal 2017 in Lombardia", si legge nella relazione alla quale sono stati allegati i risultati delle analisi eseguite. Intanto, come riferisce SkyTg24, le operazioni di spegnimento vanno avanti senza sosta con turni di 4 ore e continui cambi che coinvolgono i vigili del fuoco di Milano. L'obiettivo è quello di arrivare al completo spegnimento al fine di diminuire l'esposizione della cittadinanza ai cattivi odori.
ARPA, REGIONE TRANQUILLIZZA: “ALLARME CESSATO”
Dopo l’allarme diffuso per la parziale variazione dei dati di diossina nell’aria di Milano, arriva il commento ufficiale e rassicurante in merito dell’Assessore Regionale all’Ambiente, Raffaele Cattaneo: «allarme cessato, presto ritorno alla normalità. Il valore della diossina nell’aria e di 0,5 picogrammi per metro cubo», ha annunciato in giornata l’Assessore di Regione Lombardia, che ha po proseguito «Secondo l’Oms la diossina diventa pericolosa quando viene respirata per un anno intero in quantità superiori a 0,3 picogrammi». Le parole di Gallera, assessore alla Sanità sempre di Regione Lombarde, sono se possibili ancora più rassicuranti: «I primi risultati ci dicono che non c’è pericolo per la salute».
DE ROSA (M5S): “UNA SITUAZIONE INQUIETANTE”
Il Comune di Milano e l’Arpa hanno voluto rassicurare i cittadini in merito all’inquinamento dell’aria meneghina dopo l’incendio nel deposito di rifiuti di domenica sera. Secondo l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, non vi sarebbero pericoli per l’uomo, nonostante i valori di diossina siano saliti in questi ultimi giorni. Sembra però pensarla diversamente il consigliere Regionale della Lombardia, Massimo De Rosa, che sottolinea “due aspetti inquietanti” di quanto emerso in queste ultime ore. In primo luogo, De Rosa, spiega che i controlli postumi risultano essere “totalmente inefficaci in termini di salvaguardia della salute pubblica”. Secondo il grillino servirebbe una task force per prevenire situazioni come quella che si sta verificando in questi giorni a Milano. Il secondo aspetto inquietante riguarda invece le concentrazioni degli Ipa, gli idrocarburi policiclici aromatici, che stando alle ultime rivelazioni sarebbero ai livelli del periodo invernale di massimo inquinamento: «Praticamente – dice - è come se ci confermassero che l’aria che respiriamo tutto l’anno ha le stesse concentrazioni di veleni, di quella maleodorante inalata in questi giorni». De Rosa conclude il suo intervento dicendo: «Se non si interviene immediatamente con un piano concreto per la qualità dell’aria, sarà come condannarci a vivere ogni giorno dentro una nuvola cancerogena».
"TENERE LE FINESTRE CHIUSE FINO A VENERDI'"
“Meglio tenere le finestre chiuse fino a venerdì”. Da domenica scorsa sul capoluogo lombardo pervadono fumo e odore molto forte, a causa dell’incendio scoppiato in un deposito di rifiuti. L’Arpa ha monitorato con continuità l’aria, e sono stati rilevati dei valori di diossina superiori al consentito, ma comunque non preoccupanti. «Invitiamo fino a domani sera a mantenere le precauzione che abbiamo dato – dice l’assessore - tenere chiuse le finestre e stare all’esterno il meno possibile. Se uno deve organizzare una corsa, un pranzo all’aperto o una manifestazione, andiamo dal weekend in poi. I dati non sono preoccupanti ma solo per il fastidio che da il cattivo odore è bene evitare queste cose fino a sabato».
ALLARME DIOSSINA
Allarme diossina a Milano dopo l’incendio avvenuto nella giornata di domenica in un deposito di rifiuti. A rassicurare i cittadini del capoluogo lombardo ci ha pensato l’Arpa, che ha diffuso i dati dopo gli ulteriori campionamenti effettuati: «Danno risultati tranquillizzanti – comunica Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente di Regione Lombardia - i valori dei composti organici volatili e le Ipa (idrocarburi nocivi per la salute) sono in linea con valori di norma». Il valore delle diossine, fanno sapere dalla Regione, è di 0.5 picogrammi per metro cubo e l’organizzazione mondiale della sanità ne "tollera" 0.3 ma solo se respirate per un anno continuamente. “Siamo nella fascia-medio bassa”, assicura Cattaneo, che però non è riuscito a convincere alcune scuole, che hanno deciso di non portare i bambini a giocare fuori, di modo da non far loro respirare il forte odore che pervade su Milano da ormai quattro giorni a questa parte. «Ci aspettiamo che il livello nei campionamenti successivi anche a causa di condizioni atmosferiche cresca – ha chiosato Cattaneo - ma rimanendo largamente al di sotto di casi analoghi comunque largamente inferiore a 10 e rientreranno in 2-4 giorni».
"NON SI REGISTRANO ANOMALIE"
A tre giorni dall'incendio che ha distrutto un capannone industriale dove erano stoccate tonnellate di rifiuti, destano ancora preoccupazione a Milano i fumi che a seconda della direzione dei venti diffondono nei vari quartieri della metropoli un cattivo odore di «plastica bruciata». Nonostante tutto l'Arpa, l'agenzia regionale di protezione ambientale, ha tenuto a rassicurare tutti precisando che "non sono state rilevate sostanze tossiche anomale". Come riportato da Il Messaggero, sul fronte dell'incendio è iniziata la fase conclusiva dell'operazione di spegnimento, con l'utilizzo di bulldozer e un grande ragno meccanico. Oggi pomeriggio l'assessore alla Mobilità e all'Ambiente Marco Granelli ha dichiarato:"Abbiamo dato una forte accelerata. Vigili del Fuoco e Comune di Milano hanno infatti potuto iniziare le operazioni di 'smassamento' dei rifiuti. Milano non può permettere di essere trattata così da criminali, i responsabili devono pagare fino in fondo".
TASK FORCE REGIONE-COMUNE
Per fare il punto sull’incendio scoppiato a Milano nel deposito abusivo di rifiuti di via Chiasserini è stata organizzata una task force Regione-Comune. Nessun allarme diossina per ora, ma una squadra di tecnici Arpa si sta recando sul posto per continuare a monitorare l’emergenza in corso: come riportato da Repubblica, finora non sono stati rilevati inquinanti pericolosi dai rilievi ma nuovi risultati sono attesi per domani, giovedì. Da tre giorni i milanesi convivono con fumi e cattivi odori prodotti dal rogo, a causa del vento che soffia da nord est e spinge gli odori. Ed è molto probabile che accada lo stesso nei prossimi giorni. «Le capacità dispersive dell’atmosfera risulteranno pertanto molto limitate e prevarrà una condizione di ristagno della massa d’aria al suolo», fa sapere Arpa, l’agenzia di protezione per l'ambiente. Del resto l’incendio non è ancora del tutto spento.
TUTTI I POSSIBILI SINTOMI
Prosegue il problema nel milanese legato al fumo e al forte odore provocato dall’incendio di un capannone nella giornata di domenica. Stando a quanto rivelato dal quotidiano Il Giornale, il fumo potrebbe provocare rossore agli occhi e causare irritazioni al naso, quanto alle mucose della bocca e della gola, dove si potrebbe avvertire anche del bruciore. In generale, il fumo e il forte odore provocherebbero irritazioni agli occhi e a tutto l’apparato respiratorio, con le varie mucose che potrebbe essere sottoposte a stress che a loro volta provocarebbe naso chiuso, rinite e congiuntivite agli occhi. Insomma, una serie di sintomi e problemi non da poco, ed è per questo che gli esperti invitano i cittadini a tenere chiuse le finestre e le porte, e a non sostare troppo all’esterno, se possibile. Inoltre, è sconsigliato cibarsi della verdura e della frutta prodotta in zona. L’Arpa assicura che l’area non è nociva, ma per avere dati più certi bisognerà aspettare i prossimi giorni.
FORTE ODORE ANCHE NEL SARONNESE
Il cattivo odore provocato dall'incendio di Milano è arrivato anche nel Saronnese, a causa delle correnti d'aria. In mattinata diversi quartieri saronnesi, tra centro e periferia, hanno segnalato l'arrivo dell'odore acre, simile a quello della gomma che brucia. Lo stesso è avvenuto a Caronno Pertusella, Uboldo e dagli altri paesi della zona. Per le autorità sanitarie al momento non ci sono pericoli per la salute, ma a Milano si registra una vera e propria corsa alle farmacie per comprare le mascherine, visto che le operazioni di spegnimento dell'incendio proseguiranno ancora. Una situazione dunque che potrebbe non migliorare viste le previsioni atmosferiche dei prossimi giorni. Come riportato da La Stampa, il rogo è sotto controllo ma i vigili del fuoco stanno procedendo a piccoli passi con lo smassamento. E le operazioni rese più difficili dal tetto del capannone che potrebbe cedere da un momento all'altro. Vista la situazione, i tecnici Arpa a Milano hanno posizionato un secondo campionatore ad alto volume all’interno del cortile della scuola comunale di via de Castelli.
MOLTI CITTADINI IN FARMACIA PER LE MASCHERINE
Fumo e un forte odore acre stanno invadendo questa mattina il centro di Milano. L’incendio nel capannone di domenica sera, sta lasciando pesanti strascichi sul capoluogo lombardo, con i milanesi che stanno accorrendo in massa presso le farmacie per acquistare mascherine, rendendo incandescente i centralini dei vigili del fuoco. Sulla questione è intervenuto Marco Granelli, assessore alla Mobilità e Ambiente del Comune di Milano, che attraverso Facebook ha fatto sapere: «Continua il controllo sull'aria e insieme le indagini affidate alla Polizia di Stato: Milano non può permettere di essere trattata così da criminali, i responsabili devono pagare fino in fondo, e il Comune si batterà fino alla fine». Granelli ha spiegato che sono iniziate le operazioni di “smassamento” dei rifiuti: «Prima si spegne l'incendio infatti, minori saranno i giorni di esposizione ai fumi; e questo è fondamentale per la salute di tutti». Ricordiamo che l’Arpa ha assicurato che l’aria non risulta essere inquinata ma le autorità hanno invitato la popolazione a tenere chiuse finestre e porte, a non mangiare frutta e verdura prodotta in zona, e a non sostare troppo all’aperto.
ODORE ACRE IN CENTRO
Proseguono i disagi a Milano a seguito del devastante incendio che nella giornata di domenica ha colpito un capannone alla Bovisasca. Anche oggi si segnala un odore forte e acre in molte zone del capoluogo lombardo, persino nella centralissima zona del Duomo, ma anche nei pressi della stazione Centrale nonché nel quartiere City Life, il più moderno e tecnologico della città. Grazie al vento, il fumo è spirato verso il cuore della città meneghina, provocando problemi respiratori e bruciore di occhi. L’Arpa e il comune fanno sapere che i danni sono inesistenti o minimi, ma nel contempo è stata invitata la popolazione a non cibarsi della frutta e della verdura prodotta negli orti situati nelle zone vicine allo spaventoso rogo. Numerose le segnalazioni dei cittadini, anche e soprattutto sui social, allarmati appunto dal fumo e dalla puzza di bruciato.
Continuano i disagi in quel di Milano a seguito dell’incendio avvenuto nel capannone di via Chiasserini, alla Bovisasca, nella giornata di domenica. Come riferisce Il Corriere della Sera, numerose le segnalazioni giunte nelle scorse ore alle autorità, cittadini che sottolineavano la presenza di un odore molto acre e difficoltà respiratorie, chiedendo spiegazioni. Una nube di fumo ha invaso la zona ovest del capoluogo lombardo, facendo preoccupare, e non poco, i residenti, a cominciare dai genitori. Non sono mancati cittadini che hanno indossato una mascherina, mentre altri si sono coperti i volti come potevano, con una sciarpa. Sulla questione è intervenuto anche il sindaco Beppe Sala, che ha ammesso: «Esiste un problema di odori sgradevoli in alcune parti della città. È un problema che sta scemando e, da quello che ci dicono, non ci sono rischi per la salute, ma è una situazione tutto meno che piacevole».
“NON APRITE PORTE E FINESTRE”
L’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, ha fatto sapere che l’incendio è ancora in corso e che di conseguenza il fumo sta fuoriuscendo dal capannone, spinto verso ovest da un debole vento. Nel contempo sono continui i monitoraggi dell’aria, ma in base alle analisi di domenica sera, «non sono state rilevate criticità rispetto agli inquinanti più pericolosi». In attesa di dati più certi, che arriveranno fra oggi e domani, l’Ats, l’ex Asl, ha invitato i residenti a tenere le finestre e le porte chiuse, e a sostare il meno possibile all’aperto. Intanto proseguono le indagini per cercare di capire cos’abbia scatenato l’inferno, e gli inquirenti vogliono fare chiarezza su un sospetto cambio di amministrazione dell'azienda bruciata, avvenuto il giorno prima dell’incendio.
Attraverso app e gps degli smartphone, un nuovo sistema di Google rileva e stima i flussi delle emissioni nelle citta, istante per istante, e il loro andamento nel tempo.
Uno dei più recenti progetti di Google si inserisce nel complesso puzzle dei cambiamenti climatici, in particolare per ciò che riguarda l'inquinamento atmosferico delle città. L'azienda, Big G, parla di uno strumento per stimare (e mappare) le emissioni di gas serra delle città, per "aiutare la politica" (locale e nazionale) a prendere le decisioni migliori.
Non che manchino le agenzie, governative e non, che lavorano allo stesso obiettivo, ma bisogna ammettere che Google ha dalla sua la tecnologia, i soldi e una mole di dati globale che nessuna istituzione può vantare.
«Il primo passo per intraprendere un'azione sul clima è creare un inventario delle emissioni», spiega Saleem Van Groenou, program manager di Google Earth: «comprendere la situazione attuale a livello di città, e capire che cosa si può fare per migliorare, è soprattutto un problema di informazioni.» Finora Google ha pubblicato le sue stime per cinque località, compresa Mountain View (California), dove ha la sua sede principale.
Il progetto prevede l'estensione graduale del programma a tutto il mondo, ma l'azienda non ha finora fornito dettagli sui tempi e sui modi. Probabilmente il sistema, a regime, dovrebbe ricalcare quello del motore di ricerca: una casella dove inserire il nome della città per avere dati aggregati sulle relative emissioni di gas serra.
Inoltre, e questo sarebbe il "valore aggiunto" alle informazioni, nei risultati Google potrebbe rilasciare le stime sulle emissioni relative al traffico corrente, elaborato dai dati raccolti dagli smartphone connessi e da app come Google Maps e navigatori come Waze. Oltre che valore aggiunto, sarebbe una novità: Big G non ha mai reso pubblici questi dati, gli aggregati del trasporto locale - e viene da chiedersi quali dati ancora più specifici potrebbe mettere a disposizione delle amministrazioni.
Esploratori d'ambiente. Il sistema, ora in versione "beta", dovrebbe chiamarsi Environmental Insights Explorer. Per ciò che al momento si vede dalle pagine online, sembra che effettivamente il sistema possa essere di aiuto, alle amministrazioni, per pianificare interventi sulla viabilità e sulla mobilità in città. Un aiuto, ma comunque non una panacea: Google possiede alcuni dati importanti, ma non tutti, e soprattutto non ha (dagli smartphone) lo storico dell'inquinamento locale - un'informazione indispensabile per stimare le emissioni in condizioni reali.
Privacy vs ambiente. Se considerata correttamente, la mole di dati in possesso di Big G può in qualche caso fare la differenza. A Pittsburgh (negli Usa), per esempio, una delle prime città dove l'EIE di Google è entrato in funzione, si è visto che la rete elettrica è responsabile di oltre tre volte le emissioni imputabili al trasporto. Esattamente l'opposto di Buenos Aires, dove automobili e camion producono il doppio dell'inquinamento imputabile alla rete elettrica.
«Non sappiamo se a Pittsburgh possa o meno servire un altro tunnel automobilistico sotto al fiume che attraversa la città», afferma Saleem Van Groenou, «ma certo ci sentiremmo di suggerire all'amministrazione di Buenos Aires di concentrarsi sui trasporti piuttosto che sulle emissioni degli edifici.»
Restano le solite perplessità sulla privacy e sul tracciamento continuo delle nostre giornate, per un motivo o per un altro, da parte di chicchessia abbia accesso ai nostri smartphone, ma in effetti questa applicazione delle tecnologie di Google può indirizzare cittadini e amministrazioni verso scelte più razionali, quanto mai urgenti viste le sconfortanti conclusioni dell'ultimo rapporto dell'IPCC (ottobre 2018) in tema di emissioni, effetto serra, riscaldamento globale, cambiamenti climatici.
Fonte: Focus. it
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Viste le numerose richieste, Gruppo Errepi Srl ha organizzato un corso Lavoratori extra calendario nei giorni 22 e 23 novembre come di seguito indicato:
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Per info o iscrizione:
telefono 039-2456781
Grazie.
In base al Dlg n. 234/2007 si intende per lavoro NOTTURNO quello espletato per un periodo di almeno 4 ore consecutive in un orario compreso tra le 0,00 e le 7,00.
In questo caso l’orario massimo di lavoro non deve superare le 10 ore.
La fascia notturna dove è necessario interrompere le 4 ore di lavoro varia a seconda del tipo di servizio:
- Trasporto merci 0,00 – 7,00
- Trasporto persone in servizio occasionale (NCC) 22,00 – 6,00
- Trasporto persone in servizio regolare (linea) 22,00 – 5,00
Il lavoro notturno deve essere indennizzato secondo la normativa nazionale, le previsioni dei CCNL e gli accordi tra le parti sociali.
Conditio sine qua non è che non siano scelti metodi di calcolo che possono compromettere il rispetto delle regole imposte a tutela della sicurezza stradale e della salute del lavoratore.
Il d.lgs. n. 234/2007, che recepisce la direttiva 15/2002 CE, detta delle regole anche per il lavoro notturno, infatti, il dettato di cui all’art. 7 Lavoro notturno, così detta:
“1. Qualora sia svolto lavoro notturno, l’orario di lavoro giornaliero non deve superare le dieci ore per ciascun periodo di ventiquattro ore.
- Il lavoro notturno è indennizzato sulla base di quanto previsto dal contratto collettivo di lavoro sempreché’ il metodo di indennizzo prescelto sia tale da non compromettere la sicurezza stradale.”
FONTE: Orediguida.it + Leggioggi.it