Una vocazione per l'alta qualità, ma ancora non basta per sostenere la crescita: il 43,2% delle imprese del Nord possiede la certificazione di qualità Iso 9001, contro un 2% dell'intero sistema produttivo del Paese che ne è dotato.

Il monitor sulle imprese agroindustriali del Nord Italia, nato con l'obiettivo di studiare il settore in modo da individuare le best practice e determinare le strategie per supportarne lo sviluppo, ha esaminato nel mese di aprile un campione di 1.149 imprese appartenenti ai comparti della lavorazione delle carni; lavorazione del pesce; frutta-ortaggi; bevande; lattiero-caseario e prodotti da forno con sede in Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna.

Una crescente attenzione alla qualità dei prodotti e la sempre maggiore centralità assunta dal cliente hanno favorito lo sviluppo di sistemi di controllo della produzione via via più raffinati; la certificazione ISO 9001, dichiarano le aziende, è stata scelta da un lato per migliorare efficacia ed efficienza nei processi; dall'altro, per far fronte alle richieste di consumatori sempre più attenti alle dimensioni qualitative dei prodotti, alla tracciabilità e alla sostenibilità.

I dati mostrano che esiste una relazione diretta tra le dimensioni d'impresa e la diffusione della certificazione di qualità: ne è in possesso il 29,9% delle aziende di piccola dimensione (meno di 9 addetti), rispetto al 76,4% delle grandi realtà (oltre 50 occupati). Allo stesso modo, un maggiore grado di apertura sui mercati esteri spinge le imprese a dotarsi del riconoscimento: una impresa su tre (il 35,1%) fra quelle che operano esclusivamente sul mercato domestico ha la patente di qualità, mentre la soglia aumenta sensibilmente fra quelle che hanno un fatturato superiore al 20% derivante dai rapporti con l'estero (il 52,9%).

«Il messaggio che emerge è la correlazione positiva fra attenzione alla qualità e performance economiche che risultano essere collegate al possesso della ISO 9001 – spiega Daniele Marini, direttore scientificico di Community MR – Ciò vale per il 2013 e anche per le previsioni 2014, e vale anche per l'export: all'estero la sensibilità dei consumatori è ancora più elevata, e spinge le imprese ad attrezzarsi per competere».

Le imprese certificate sono distribuite in modo omogeneo tra le diverse regioni (con una maggiore presenza in Lombardia con il 46,3% e Veneto con il 45,5%; e un dato di poco inferiore in Trentino Alto Adige con il 38,2% e Friuli Venezia Giulia con il 21,4% a causa della presenza rilevante di microimprese) e nei diversi comparti (fanno eccezione la lavorazione ortaggi e frutta con il 49,3%, degli altri prodotti alimentari con il 49,0% e del lattiero-caseario 47,6% che si elevano sulla media, mentre quello della lavorazione della carne e del pesce risulta il meno dotato).
Tra le realtà certificate ISO 9001 (il 43,2% del campione), il 61,4% afferma l'esistenza di altre certificazioni (il 30,6% ne ha tra 1 e 5, il restante 69,4% ne possiede oltre sei).

Temi che diventano sempre più centrali in vista dell'appuntamento con Expo 2015, che gli operatori giudicano "una vetrina e un'opportunità rilevante per l'intero sistema produttivo nazionale.

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