Per una volta i fondi ci sono e il governo promette altri tre miliardi, ma la mappatura delle scuole dove intervenire procede a rilento.

La ristrutturazione e la messa in sicurezza degli istituti scolastici sul territorio nazionale fa un passo avanti. O meglio: sulla carta i fondi ci sono, è arrivato anche uno sblocco dal Patto di Stabilità e non resta che dare il via ai lavori.

Sono in tutto 784 i milioni pronti per mettere mano alle scuole italiane che, come emerso dall’inchiesta di Wired #Scuolesicure, proprio bene, in quanto a edilizia e sicurezza, non se la passano.

Sono due i provvedimenti da cui arriva la disponibilità dei 784milioni: il noto decreto #sbloccaitalia e una delibera del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE).

Nel primo ha trovato posto un Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) dello scorso 16 giugno che ha disposto 1miliardo 94milioni di investimenti per l’edilizia scolastica, di cui 244milioni già disponibili grazie allo sblocco del Patto di Stabilità richiesto dai Comuni per il 2014.

Nel secondo invece rientrano, stando alla delibera, 400milioni per “il finanziamento del nuovo piano di edilizia scolastica relativo a progetti di riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche statali” e “110milioni di euro condizionati all’accordo con le Regioni, per il finanziamento del piano straordinario per il ripristino del decoro e delle funzionalità degli edifici scolastici predisposto dal Ministero dell’Istruzione”.

A questi provvedimenti si aggiungono i 36milioni di euro destinati a ventisette enti locali dal ministero. Secondo i dati più recenti del Censis riguardanti gli oltre 41.000 edifici scolastici statali, 24.000 hanno impianti (elettrici, idraulici, termici) che non funzionano, sono insufficienti o non sono a norma. Sono 9.000 le strutture con gli intonaci a pezzi. In 7.200 edifici occorrerebbe rifare tetti e coperture.

Sono 3.600 le sedi che necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura 580.000 ragazzi trascorrono ogni giorno parecchie ore) e 2.000 le scuole che espongono i loro 342.000 alunni e studenti al rischio amianto. Gli interventi contenuti nel provvedimento del governo riguardano circa la metà degli istituti presenti sul territorio nazionale.

A fine 2013 il Ministero delle infrastrutture, riporta il Censis, stimava in 110 anni il tempo necessario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici italiani, e dando uno sguardo allo stato di avanzamento dei programmi finanziati si capisce il perché. Nel corso dell’audizione dello scorso settembre 2013 presso la Commissione Cultura della Camera l’ANCE (Associaziona Nazionale Costruttori Edili) ha snocciolato qualche cifra, arrivando alla seguente conclusione «risulta che circa il 53% dei 2,3miliardi di euro stanziati prima del 2013 deve essere ancora speso».

Addirittura, fa in conti il Censis “dei 500 milioni di euro attivati con le delibere Cipe del 2004 e del 2006, a metà del 2013 ne erano stati utilizzati 143 milioni, relativi a 527 interventi sui 1.659 previsti”.Il governo ne ha promessi ulteriori 3 di miliardi di euro che dovranno arrivare, parola del sottosegretario del Ministero dell’Istruzione Roberto Reggi, entro fine 2015.

I lavori intanto partono a rilento: in alcune scuole sono già iniziati anche senza l’arrivo dei fondi, in altre non si vedono né soldi né lavori partire. Nel frattempo non è ancora terminato l’iter di cantierizzazione dei 692 progetti di riqualificazione e messa in sicurezza delle scuole statali, ai quali sono stati assegnati i 150 milioni di euro del Decreto del Fare definito dal precedente governo guidato da Enrico Letta. Qui i fondi sono stati assegnati alle Regioni e da queste trasferiti agli enti locali proprietari delle scuole, che stanno predisponendo i bandi pubblici. Le operazioni però proseguono a rilento, nel frattempo il governo si è impegnato a rilasciare il piano edilizia scolastica da un miliardo di euro spalmato sul biennio 2014-2015. “Va meglio – riporta il Censis – l’impiego dei fondi strutturali. Il Programma operativo 2007-2013 gestito dal Miur e relativo al Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), attivo nelle regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, ha assegnato più di 220 milioni di euro a 541 scuole per interventi nell’ambito della sicurezza degli edifici, del risparmio energetico, per l’accessibilità delle strutture e le attività sportive”.

Intanto è incerto anche l’iter dell’anagrafe dell’edilizia scolastica che dopo diciotto anni è ancora al palo e oggetto di una sentenza del TAR per quanto riguarda l’accesso pubblico e la trasparenza proprio sui finanziamenti. Il Miur ne annuncia la partenza con una nota, ma allo stesso tempo fa ricorso al Consiglio di Stato sulla sentenza che aveva dato ragione all’esposto di Cittadinanza Attiva. «Non è mancanza di trasparenza- spiega il sottosegretario con delega all’edilizia scolastica Roberto Reggi al Corriere della Sera – L’accesso ad atti inaffidabili è meglio non darlo, ci sono troppi dati ancora imprecisi, che non rispondo a realtà. I dati devono essere affidabili per poter essere divulgati,e sapendo di non aver completato il processo, preferiamo per ora non divulgarli, altrimenti diventano dannosi, anche per i cittadini». L’entrata in funzione dell’anagrafe, dopo 18 anni di attesa è prevista per dicembre, al più tardi gennaio, fanno sapere dal ministero.