A metà luglio 2014, con Wired nacque l’idea usare il data-journalism per mostrare quanto la fibra killer uccide ancora nel nostro paese e l’enorme sforzo di bonifica necessario per garantire la salute delle prossime generazioni di italiani. Ecco com’è andata, i nostri successi e i muri che ancora resistono, da Inail al Governo.
Oltre 40 articoli, storie, inchieste nell’inchiesta. Decine e decine di interviste, mappe, richieste di accesso ai dati. Più di 65mila firme raccolte tra i cittadini con l’appello #AddioAmianto rivolto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro Gianluca Galletti per chiedere entro il 2015 trasparenza sulle bonifiche della fibra killer, sui dati epidemiologici e sulla filiera dello smaltimento.
Il prezzo dell’amianto, la nostra inchiesta data-driven e reportage al contempo, online e sul mensile da aprile 2015, è stata anche oggetto di un Question Time alla Regione Piemonte che ha portato alla vera “liberazione” dei dati di mappatura a giugno 2015 così come è avvenuto in Lombardia ai primi di maggio (anche se solo per un sito su quattro ndr). Un piccolo cambiamento che ci piace pensare di avere innescato e di cui andiamo fieri.
Sul sito del Ministero dell’Ambiente, dopo la nostra richiesta di accesso ai dati del 17 giugno 2014, sono stati poi pubblicati il 15 luglio 2014 i dati di mappatura nazionale aggiornati dal dipartimento Bonifiche il 26 novembre. Dati parziali e incompleti, forniti inizialmente in formato chiuso. Ma a un anno di distanza dal nostro primo articolo, registriamo proprio in questi giorni la pubblicazione sul sito del Ministero dei primi dati aperti comunicati dalle Regioni. Quelle stesse Regioni a cui è affidato il compito della mappatura per legge dal 1992 e che devono trasmettere al MATTM l’aggiornamento entro il 30 giugno di ogni anno, così come prevede il DM 101/2003, art. 1, comma 3.
Forse un piccolo risultato (questi dati un anno fa non esistevano sul sito del Ministero dell’Ambiente che ha poi dedicato una sezione ad hoc al Piano Nazionale Amianto ndr) ma in realtà un passo importante per riportare attenzione e trasparenza sulle responsabilità istituzionali, definire le priorità di bonifica e stimolare il monitoraggio civico, fondamentale per accelerare gli interventi, così come lo stesso Ministro Galletti ha riconosciuto sulle pagine di Wired. E come l’esempio piemontese ci insegna, l’apertura dei dati sulla diffusione dell’amianto dimostra che i media, quando vogliono, possono innescare un circuito virtuoso di accountability a vantaggio dei cittadini.
Ecco perchè anche per tenere le fila di questo ampio lavoro sull’amianto, (sulla quale sta indagando anche la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali) seguendo le vicende di giustizia per le vittime nei processi in corso in tutta Italia, abbiamo deciso di realizzare una timeline, che permetta di scorrere rapidamente tra le varie vicende e aspetti della questione e al contempo di non far perdere di vista i lati ancora oscuri della fibra killer nel nostro Paese. Una linea del tempo che ci ricorda quante sono ancora le domande e gli impegni a cui non è giunta risposta dalle Istituzioni. Così come hanno ribadito le associazioni del Coordinamento Nazionale Amianto in occasione della Giornata Internazionale dedicata alle vittime dell’Amianto.
Quesiti per cui attendiamo ancora risposte precise che continueremo a sollecitare, anche in occasione delle Conferenza nazionale prevista per il 30 novembre. Quanti sono i siti industriali ancora contaminati dall’amianto? Quanti sono gli edifici pubblici e privati che devono essere bonificati? Dove sono i dati epidemiologici aggiornati del Registro Nazionale dei Mesoteliomi per cui il presidente De Felice di INAIL ha promesso la pubblicazione nel 2015? Perché molte regioni tardano ad attuare e recepire i Piani previsti per la mappatura, la bonifica e lo smaltimento? Perché il Piano Nazionale Amianto non è ancora operativo e finanziato? Perché oltre 2000 istituti scolastici sono ancora contaminati dalla fibra killer mettendo a rischio la salute di oltre 300 mila ragazzi? Quali sono e quanti sono ad oggi i siti in priorità di rischio per la salute dei cittadini con necessità di immediata bonifica, oltre i Siti di Interesse Nazionale? Che cosa si sta facendo nell’ambito della sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti, i cittadini ignari e i lavoratori addetti alle bonifiche, per la cura di chi è colpito dalle malattie asbesto-correlate in tutto il territorio nazionale?
Domande che sembrano poca cosa davanti alla strage silenziosa in atto. In Italia ogni anno almeno tremila persone, otto al giorno, una ogni tre ore, muoiono di mesotelioma pleurico o di uno degli altri dieci tumori asbesto correlati. Oltre 560mila sono state esposte all’amianto e secondo le nostre stime oltre 300mila sono i siti da bonificare. Come abbiamo raccontato a Bari, Broni e in giro per l’Italia c’è ancora tantissimo da fare, così come le buone pratiche possibili partite da Casale Monferrato possono essere ampliate e diffuse.
A 23 anni dalla messa al bando dell’asbesto in Italia davvero occorre da parte di tutti, governo, istituzioni, regioni, enti di controllo ambientali e sanitari, amministratori e cittadini qualche sforzo in più per dire AddioAmianto.