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Le direttive europee sulla sicurezza sul lavoro

Chi dirige un’azienda o ha intenzione di aprire una nuova attività in Italia sa che è necessario fare riferimento alle direttive europee in materia di sicurezza sul lavoro; facciamo quindi chiarezza su queste norme.

Sono direttive orientate a apportare miglioramento strutturali e organizzativi nell’ambito del lavoro e vengono direttamente indicate dall’Unione Europea.

Questa entità ha preso il posto dei singoli Stati in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro e ogni attività deve fare riferimento alle direttive comunitarie.

Quindi, oggi in Italia, la sicurezza sui luoghi di lavoro è regolamentata da regolamenti e direttive comunitarie.

L’origine delle direttive europee

Fino alla metà degli anni ’80 non esisteva in Europa una normativa comune in materia di salute e sicurezza sul lavoro; questi aspetti erano gestiti come integrazioni alle direttive relative a mercato e politiche economiche.

La prima svolta si verificò nel 1987 con l’introduzione dell’Atto Unico Europeo. Questo fu introdotto nella TCE (Trattato che istituisce la Comunità europea) per promuovere “il miglioramento, in particolare dell’ambiente di lavoro, per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori“.

Con il successivo trattato di Amsterdam (1997) sono state integrate nel TCE le direttive europee su Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL).

Le direttive europee vincolano tutte le attività

Le direttive europee sono, quindi, provvedimento che tutti gli stati membri hanno l’obbligo di rispettare.

La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della UE sancisce l’entrata in vigore delle direttive. Ogni azienda o attività deve metterle in atto entro i termini stabiliti.

L’Europarlamento attinge l’autorità di legiferare nell’ambito di salute e sicurezza sul lavoro dall’articolo 153 del Trattato sul funzionamento dell’UE.

Stiamo comunque parlando di direttive comunitarie che settano standard minimi; gli stati membri hanno una certa libertà d’azione nell’adottare le prescrizioni (anche adottando prescrizioni più severe).

Diverse tipologie di direttive

Con il tempo sono state introdotte diverse direttive europee adeguate a differenti ambiti lavorativi.

La più importante è certamente la direttiva quadro sulla SSL (9/391), la direttiva principale, entrata in vigore nel luglio del 1989.

Questa introduce concetti fondamentali che tutti noi, oggi, conosciamo bene, come l’obbligo di effettuare la Valutazione dei Rischi o l’attribuzione dei doveri e delle responsabilità del Datore di Lavoro.

In Italia questa direttiva ha dato il via al D.Lgs 626/94 e all’attuale D.Lgs 81/08.

Le direttive particolari

Da quella di partenza, vengono elaborate successivamente delle direttive particolari; queste prendono in considerazione aspetti specifici in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Queste sono suddivise nei seguenti gruppi:

Direttive rivolte alle prescrizioni relative ai luoghi di lavoro, attrezzature, dispositivi di protezione: cinque direttive europee entrate in vigore dal 1989 al 2009. Riportano i requisiti minimi richiesti perché i luoghi di lavoro siano conformi.

Esposizione ad Agenti Chimici: sette direttive che coprono questo ambito. Si pone particolare attenzione alla normativa che definisce i valori limite di esposizione e gli aggiornamenti legati all’evolversi della ricerca scientifica.

Esposizione ad agenti fisici: norme che riguardano gli aspetti relativi alla protezione dei rischi fisici come rumori o vibrazioni, radiazioni, campi elettromagnetici, ecc…

Esposizione ad agenti biologici: (direttiva 54/2000/EC) qui troviamo, suddivise in quattro gruppi, le linee guida per i lavoratori esposti a questo rischio.

Disposizioni in materia di volume di lavoro, rischi psicosociali e di natura ergonomica: due direttive (90/269/EC e 90/270/EC) che riguardano l’esposizione da rischio Videoterminali e Movimentazione manuale dei carichi. Queste direttive comprendono anche le voci sull’ergonomia, la distribuzione del carico di lavoro e lo Stress da Lavoro Correlato.

Disposizioni specifiche per alcuni settori: direttive europee relative alla tutela delle lavoratrici madri, al lavoro giovanile e all’industria estrattiva e mineraria.

Le linee guida della comunità Europea

Alle disposizioni sopra citate si affiancano una serie di linee guida. Queste prendono spunto dall’articolo 114 del Trattato sul funzionamento dell’UE.

Sono direttive di natura tecnica elaborate e implementate periodicamente nella normativa europea dai diversi organi di normalizzazione.

Un esempio di queste linee guida sono quelle relativi alle norme su salute e sicurezza in campo elettrotecnico (CENELEC), della normalizzazione (CEN), o delle telecomunicazioni (ETSI).

Le parti sociali sono un altro attore cruciale nella regolamentazione degli aspetti legislativi su salute e sicurezza sul lavoro. Grazie al trattato sul funzionamento della UE è possibile definire accordi autonomi attraverso dialogo e consultazione.

Ultime novità sulle direttive europee

Come abbiamo spiegato le direttive europee sono soggette nel tempo a modifica. Sono una serie di norme in continua evoluzione per garantire la sicurezza sul luogo di lavoro e fronteggiare rischi ignoti.

Gli organismi europei lavorano di concerto e implementano o abrogano i vari regolamenti. Per questo motivo rimanere aggiornati sulle procedure della salute e sicurezza sul lavoro è necessario.

A questo scopo Gruppo Errepi Srl fornisce corsi di formazione per dipendenti e datori di lavoro in merito alle norme e procedure di sicurezza.

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