Le procedure antincendio in azienda possono salvarci la vita in caso di un grave incidente. Ma cosa dobbiamo sapere esattamente perchè funzionino a dovere?
Le normative vigenti sull’attività antincendio
Come per le altre questioni sulla sicurezza lavoro, la normativa di riferimento di base è il D.lgs. 81/08 (il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro) che prevede la formazione di una squadra di emergenza che intervenga in caso di crisi, compresi gli incendi.
Il Decreto GSA del giorno 4 ottobre 2021, invece, regolamenta più nello specifico le procedure antincendio e integra il precedente DM 10 Marzo 1998. Questo decreto prende in considerazione la gestione del piano di emergenza, le nomine degli addetti antincendio, la formazione di addetti e lavoratori, l’idoneità tecnica degli addetti e i requisiti dei docenti formatori.
Il Documento di Valutazione dei Rischi
Se sei il datore di lavoro, sarà tua responsabilità andare a preparare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) come stabilisce la normativa in materia.
Per fare questo puoi farti affiancare da collaboratori adeguatamente formati come il medico competente, il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Sicurezza (RSPP).
Naturalmente, potrai anche avvalerti della consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro di esperti come quelli di Gruppo Errepi Srl.
Questa fase di analisi è molto importante perchè determinerà il livello di rischio di incendio nella tua azienda e, di conseguenza, le misure da adottare e il tipo di corsi da effettuare. E’ bene porre la massima attenzione nel redigerlo, individuando ogni situazione di potenziale rischio.
Il livello del rischio di incendio in azienda
La nuova normativa lascia sostanzialmente invariati i livelli di rischio per le aziende. Si tratta di una classificazione basata su tre livelli:
- Livello 1 – Rischio basso: si tratta di attività nelle quali sussistono scarse possibilità di sviluppare focolai di incendio o di propagazione delle fiamme;
- Livello 2 – Rischio medio: in questa categoria rientrano le attività delineate nel decreto del Presidente della Repubblica (1 Agosto 2011) n. 151 e i cantieri temporanei e mobili dove vengono impiegate sostanze infiammabili e si fa uso di fiamme libere (sono esclusi i luoghi interamente all’aperto).
- Livello 3 – Rischio alto: si tratta di tutti quei luoghi di lavoro ad alta possibilità di pericolo, come: depositi di esplosivi, centrali termoelettriche, impianti nucleari, impianti di estrazione, ecc… Ricordiamo comunque che il datore di lavoro, a seconda della valutazione del rischio di incendio, richiedere di rientrare in questa categoria.
Nomina e profilo degli addetti antincendio
Sempre di responsabilità del datore di lavoro è la nomina degli addetti antincendio. Il datore di lavoro dovrà stabilire anche il loro numero tenendo conto delle dimensioni dell’azienda, dei rischi specifici e della presenza di persone disabili; di solito si nominano 2 addetti ogni 10 lavoratori.
L’identikit degli addetti antincendio è quello di un lavoratore o di una lavoratrice che sia una persona dinamica, sicura di sè e capace di mantenere il controllo durante una emergenza.
Ovviamente, oltre a queste caratteristiche naturali, l’addetto dovrà ricevere anche adeguata formazione e addestramento presso un ente accreditato, secondo quanto stabilisce la normativa vigente.
La persona designata non potrà rifiutare la nomina se non per un motivo giustificato.
Quali sono le mansioni degli addetti?
Questi individui andranno a far parte della squadra di emergenza aziendale, assieme agli addetti al primo soccorso, e il cui compito è quello di intervenire in caso di emergenza (ad esempio un incendio) e portare aiuto ai colleghi in difficoltà.
Nello specifico, gli addetti antincendio hanno la mansione di attuare le misure di prevenzione antincendio oltre che gestire le emergenze collegate.
Una parte dei tuoi compiti, se sarai nominato addetto, sarà quella di controllare l’integrità delle apparecchiature antincendio e verificare vie di fuga e uscite di emergenza, durante lo svolgimento dell’ordinaria attività lavorativa. Anche assicurarsi della presenza di estintori portatili per intervenire tempestivamente e evitare il propagarsi di fiamme
Sarà un’attività giornaliera da svolgere per assicurarsi che sia garantita la prevenzione degli incendi e la sicurezza dei tuoi colleghi.
Per quanto riguarda invece gli interventi da effettuare in caso di emergenza, dovrai valutare l’entità dell’emergenza e intervenire, se il pericolo è di lieve entità, con l’utilizzo di estintori. Se l’emergenza non è controllabile dovrai avviare le procedure di emergenza, attivando l’allarme e sollecitando l’intervento dei soccorsi esterni. Dovrai assicurarti che non vi siano ancora persone presenti nelle aree in pericolo aiutando nella evacuazione e isolare i luoghi caratterizzati dall’emergenza.
Una volta terminata l’emergenza dovrai segnalare il cessato pericolo e richiedere la ripresa dell’attività aziendale, dopo i controlli del caso.
La formazione degli addetti antincendio
Come anticipato ogni addetto ha diritto per legge ad una formazione antincendio specifica e sempre il datore di lavoro è responsabile della partecipazione dei lavoratori ai corsi.
I corsi differiscono a seconda del livello di rischio assegnato all’azienda e sono di tre tipi:
- Corso antincendio livello 1 (Rischio basso): un corso per le aziende con un basso tasso di infiammabilità che si articola su 4 ore;
- Corso antincendio livello 2 (Rischio medio): un corso di 8 ore per i lavoratori di quelle aziende nelle quali diventa più probabile lo sviluppo di incendio
- Corso antincendio livello 3 (Rischio alto): per i lavoratori che operano in situazioni con elevate possibilità di incendio e propagazione di fiamme libere; si tratta di un corso di 16 ore. Ricorda che il datore di lavoro, a seconda della valutazione del rischio incendi, può richiedere di far parte di questa categoria.
Tutti i corsi puntano a formare i lavoratori sulle più importanti procedure antincendio e sulle attrezzature da utilizzare.
Il DM 2/9/2021 stabilisce che gli addetti devono frequentare corsi di aggiornamento antincendio ogni 5 anni. Ricordiamo che questi corsi devono sempre essere svolti in presenza presso enti accreditati alla formazione sicurezza lavoro.
Piano antincendio e Piano di emergenza ed evacuazione
Spesso viene fatta confusione tra piano di emergenza ed evacuazione e il piano antincendio.
Per chiarire questo malinteso la valutazione del rischio incendio prevede la definizione dei criteri per la valutazione in base al solo rischio incendio. Il Piano di Emergenza, invece si focalizza su azioni e procedure da seguire nel caso si verifichi una qualsiasi emergenza.