Rspp esterno o interno? In ambito italiano, la figura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) riveste un ruolo fondamentale nel garantire il rispetto delle normative e la promozione di un ambiente di lavoro sicuro, ma quale è l’approccio migliore per sceglierlo?
Il ruolo dell’RSPP nelle aziende italiane
Il RSPP è una figura obbligatoria nelle aziende e il datore di lavoro deve assegnare questo ruolo in ogni posto di lavoro dove sia presente almeno un lavoratore (ovvero chi svolga un’attività lavorativa in azienda, indipendentemente dalla tipologia contrattuale).
La definizione e gli incarichi del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione sono definiti dal Testo Unico per la Salute e Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs 81/08).
Il suo ruolo è quello di individuare i fattori di rischio negli ambienti di lavoro, elaborare misure di prevenzione e protezione adeguate e diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro in azienda.
RSPP esterno o interno: requisiti per la nomina
Che sia un RSPP esterno o interno, per poter ricoprire il ruolo, l’incaricato dovrà innanzitutto possedere un titolo di studio adeguato: almeno una licenza media superiore (un diploma).
Dovrà poi partecipare a dei corsi specifici di formazione per RSPP, oppure, in caso del datore di lavoro, per DDL RSPP.
Altro requisito fondamentale è la partecipazione ai corsi di aggiornamento con frequenza quinquennale. Una volta che le premesse sono rispettate, la normativa ci offre tre possibili soluzioni: un RSPP interno, un RSPP esterno oppure che sia lo stesso datore di lavoro ad assumere questo incarico.
Quindi, da queste premesse, quando è meglio nominare un RSPP esterno e quando è meglio utilizzare un collaboratore interno?
Quando nominare un RSPP interno?
Innanzitutto specifichiamo che la nomina di un RSPP interno è obbligatoria per alcune tipologie di aziende stabilite nell’articolo 31 del Testo Unico. Queste aziende possono essere, ad esempio: le centrali termoelettriche o quelle per la fabbricazione o il deposito di esplosivi o munizioni.
L’RSPP interno è necessario anche per le aziende industriali con oltre 200 lavoratori o quelle estrattive con oltre 50.
A parte questi casi previsti dalla normativa, possiamo affermare che la nomina di un RSPP interno può essere utile per sfruttare alcuni vantaggi:
- Una migliore conoscenza di tutte le dinamiche da tenere in considerazione nella gestione della sicurezza della propria azienda;
- Una conoscenza più personale dei dettagli dell’attività per trovare soluzioni più efficienti;
- La possibilità di maturare una maggior esperienza sullo specifico settore utile alla definizione dettagliata di queste misure.
Perchè affidarsi a un RSPP esterno?
Partendo sempre dalla normativa, il D.Lgs 81/08 prevede obbligatoriamente il ricorso a persone o servizi esterni in assenza di risorse aziendali interne che abbiano i requisiti previsti. Per il resto i requisiti sono gli stessi già espressi.
Ricordiamo anche che è sempre possibile assumere dei consulenti esterni anche in presenza di un servizio interno all’azienda.
In generale, affidare il compito ad un RSPP esterno può avere i seguenti vantaggi:
- Come professionista esterno ha maggiore liberà di agire in base alla normativa e maggiore considerazione nel proporre le innovazioni;
- Un grande risparmio di tempo e di risorse interne all’azienda;
- Ha esperienze diversificate e può concentrarsi sia sulla formazione che sull’aggiornamento del suo ruolo di RSPP;
- Un RSPP esterno ha un occhio più obbiettivo e può intervenire in base alla gravità imponendo anche soluzioni più impegnative.
L’incarico assegnato al datore di lavoro
Anche il datore di lavoro può svolgere il ruolo di RSPP, anche se in situazioni ben precise:
- Industrie e aziende artigiane con fino a 30 dipendenti;
- Aziende agricole e zootecniche fino a 30 lavoratori;
- Aziende della pesca con meno di 20 lavoratori;
- Altre tipologie di aziende fino a 200 dipendenti.
Ricordiamo che, per ricoprire la carica, il datore di lavoro dovrà svolgere un corso per RSPP specifico.