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Sicurezza sul lavoro in Italia: quali le professioni più a rischio

Nonostante l’aumento delle misure di sicurezza e dei controlli, il triste bollettino dei morti sul lavoro si allunga, soprattutto in alcuni settori più a rischio. Scopriamo quali sono e che tipo di misure di prevenzione e indennità vengono applicate.

Pericoli sul lavoro e come evitarli

L’attenzione verso la sicurezza sul lavoro (sia per la formazione dei lavoratori, sia per i dispositivi di protezione) non è mai stata tanto alta, eppure, il 2023 ha registrato un trend in crescita negli incidenti rispetto agli ultimi anni.

Nel 2022 si sono registrate oltre un migliaio di decessi sul posto di lavoro e il 2023 non è iniziato meglio: si contano decine di migliaia di incidenti e oltre 200 persone hanno perso la vita nei primi mesi dell’anno.

Numeri che ci ricordano l’importanza di una attenzione costante per prevenire i rischi sul luogo di lavoro. Eppure, nonostante le misure di sicurezza, esistono fisiologicamente lavori più rischiosi di altri. Attività per cui, ai lavoratori spettano particolari indennità e tutele.

Ad esempio, a livello mondiale, la professione più a rischio è quella del potatore di alberi. Al secondo posto della classifica c’è il pilota di velivoli commerciali (sia aerei che elicotteri), segue il lavoro in fattoria.

Ma quali sono i lavori più pericolosi in Italia?

I lavori più pericolosi in Italia

In Italia, al primo posto come pericolosità, troviamo la professione del bracciante nel settore agricolo; la percentuale degli incidenti mortali in questo settore è di circa il 37% del totale e 6 casi su 10 sono legati al ribaltamento di macchinari agricoli.

A seguire troviamo i lavoratori delle cave. Quello del cavatore è già un mestiere che comporta, di per se, un gran numero di rischi, ma questi pericoli sono aumentati negli ultimi anni a causa della riduzione del personale e dell’aumento dei ritmi di lavoro.

Anche il settore dell’edilizia è a rischio. I muratori e i lavoratori edili sono una fetta cospicua nella percentuale di incidenti mortali, il 23%, a causa di cadute dai ponteggi, frane o oggetti caduti.

Chi si occupa della manutenzione delle autostrade in Italia svolge anche egli un lavoro pericoloso: operando in zone con traffico sostenuto, il rischio di incidente è sempre alto.

Sempre a proposito di strade, quello dell’autotrasportatore è un altro lavoro pericoloso, soprattutto se si trasportano sostanze pericolose come gas e prodotti tossici e corrosivi.

In questo elenco, però, possiamo trovare anche delle voci insospettabili.

Tra queste c’è anche quella dell’impiegato amministrativo, una professione in apparenza sicura e stabile. Tuttavia anche questi impieghi possono portare a sviluppare rischi correlati allo stress da lavoro ma anche problemi cardiaci e scompensi glicemici legati alla vita eccessivamente sedentaria.

La lista completa dei lavori a rischio è la seguente:

  • muratore;
  • autista e autotrasportatore;
  • coltivatore diretto;
  • bracciante;
  • manovale edile;
  • meccanico manutentore;
  • impiegato amministrativo;
  • magazziniere;
  • addetto alle attività operative nei servizi;
  • operaio nelle fonderie;
  • addetto alla lavorazione dell’alluminio;
  • spazzacamino;
  • pittore che lavora con solventi organici;
  • calzolaio.

Indennità e stipendi per i lavori più a rischio

A norma di legge, ai lavoratori che svolgono mansioni a rischio e la cui pericolosità è riconosciuta, sono riconosciuti particolari diritti e indennità.

Innanzitutto una retribuzione sopra la media, e quindi:

  • indennità di rischio, per una continua e diretta esposizione a rischi pregiudizievoli per la salute e l’integrità personale del lavoratore;
  • possibilità di maternità anticipata a rischio, se le mansioni ricoperte possono causare rischi per mamma e nascituro;
  • indennità di disagio, ad esempio per i braccianti costretti a lavorare a lungo sotto il sole o per lavoratori sottoposti a frequenti spostamenti sul territorio per verifiche, controlli, sopralluoghi;
  • indennità per lavoratori in alta montagna – settore edile;
  • indennità in caso di morte;
  • indennità di trasferta;
  • trattamento in caso di infortunio o di malattia professionale.

Le malattie di lavoro non riconosciute

In Italia esistono, purtroppo, anche lavori pericolosi di cui non è ancora stata accettata una indennità di rischio professionale.

Uno dei casi più emblematici è quello che riguarda i decessi causati dalla sensibilità chimica multipla, una condizione che è difficile da dimostrare e che affliggerebbe chi è soggetto ad un’sposizione prolungata a sostanze come toner per stampanti, vernici o metalli pesanti.