Inoltre le particelle polimeriche “non sono solubili in soluzioni acquose e quindi persistono nei fluidi e nei tessuti biologici”.

Si indica che sotto l’aspetto biologico “hanno un comportamento pressoché inerte. Le sperimentazioni su animali esposti a concentrazioni realistiche hanno dimostrato che la tossicità di queste sostanze è scarsa”.

In ogni caso durante il funzionamento, “le fotocopiatrici e le stampanti possono emettere COV, ozono e altre sostanze come composti dello stagno e metalli pesanti. Le concentrazioni misurate nell’aria ambiente si collocano tuttavia ben al di sotto dei valori limite di esposizione professionale” in vigore alla data di elaborazione del factsheet. E le analisi con biomonitoraggio “non rilevano indizi di una maggiore contaminazione interna da metalli pesanti/solventi nelle persone che hanno un contatto frequente con le stampanti laser e le fotocopiatrici sul posto di lavoro”.

Inoltre non è ancora chiaro “quale peso vada attribuito all’emissione transitoria di particelle ultrafini per pochi minuti all’accensione delle stampanti laser”.

La polvere dei toner e gli studi sulle conseguenze per la salute

La letteratura scientifica riporta “casi particolari e studi singoli relativi a disturbi causati dall'esposizione alla polvere di toner. Occasionalmente, nei lavoratori possono manifestarsi disturbi aspecifici, come prurito e irritazione cutanea, bruciore agli occhi, tosse, dispnea e mal di testa”.

Si segnala, tuttavia, che “nei casi in cui sono stati effettuati test di ipersensibilità per dimostrare una reazione allergica alle sostanze contenute nei toner o misurazioni della funzionalità polmonare, generalmente non sono state confermate allergie. I malesseri menzionati devono essere valutati nel singolo caso come reazioni di tipo irritativo, riconducibili a cattive condizioni di lavoro o ad un'ipersensibilità individuale delle mucose. Nella letteratura scientifica sono stati descritti casi singoli di allergie a carico delle vie respiratorie superiori (rinite allergica) e delle vie respiratorie inferiori (asma bronchiale)”.

Si indica poi che “i rapporti pubblicati nella letteratura non scientifica a proposito di disturbi frequenti e in parte gravi sono di solito scarsamente documentati” e “non consentono di dedurre in generale una correlazione causale scientificamente ricostruibile tra l’esposizione alla polvere di toner e gli effetti sulla salute descritti”. Comunque “ogni caso richiede una valutazione individuale”.

Inoltre nel confronto con i soggetti non esposti, “le analisi svolte su 600 dipendenti con oltre 20 anni di esposizione professionale (attività a contatto diretto con il toner nella produzione dello stesso, nella costruzione di fotocopiatrici e stampanti, nei lavori di manutenzione e riparazione su fotocopiatrici e stampanti) non hanno confermato alcuna correlazione rilevante tra l’esposizione al toner e le limitazioni della funzionalità polmonare (Nakadate)”. E allo stato attuale delle conoscenze, “è poco probabile che l’esposizione alle emissioni di fotocopiatrici e stampanti laser provochi nell'uomo delle malattie polmonari interstiziali (affezioni a carico della struttura polmonare, ad esempio la pneumoconiosi)”.

E' difficile infatti valutare se e in qual misura esista una correlazione tra i disturbi soggettivi, i parametri oggettivi e i valori di emissione e che, nel complesso, l’analisi clinica non indicherebbe specifici problemi di salute dovuti alle emissioni di toner”. Questo studio pilota evidenzia, in particolare, che “nelle persone impiegate in ufficio possono manifestarsi disturbi correlati all’ambiente di lavoro, ma questi disturbi possono avere le cause più disparate. Sulla scorta dello studio pilota non è possibile fare affermazioni sulla frequenza dei disturbi correlati all’ambiente di lavoro”.

Le stampanti, le fotocopiatrici e una migliore igiene del posto di lavoro

In definitiva si segnala che “le persone con un'iperreattività aspecifica nasale o bronchiale possono sviluppare sintomi come starnuti, muco nasale, tosse e disturbi respiratori. Generalmente, si tratta di reazioni aspecifiche di ipersensibilità dovute agli effetti irritativi delle emissioni”.

In ogni caso è possibile “prevenire queste reazioni con una migliore igiene del posto di lavoro”.

E se la letteratura documenta solo “pochissimi casi di allergie delle vie respiratorie provocate dai toner” e non sono rilevate né reazioni infiammatorie delle vie respiratorie, né reazioni infiammatorie generali o indizi di un aumento delle allergie, non è escluso “che le polveri di toner possano avere un effetto cancerogeno”. Pertanto è opportuno applicare sempre le misure preventive raccomandate.

Si segnala anche che i valori limite di esposizione professionale non costituiscono “un limite sicuro tra le concentrazioni pericolose e quelle innocue” e per i dipendenti esposti a determinate sostanze “occorre quindi trovare delle soluzioni individuali, come una migliore ventilazione dell’ufficio o lo spostamento della stampante e/o della fotocopiatrice in un locale separato”.

Se si manifestano dei disturbi è poi importante verificare anche “lo stato di manutenzione della fotocopiatrice. Se i disturbi persistono anche dopo avere adottato tutti i provvedimenti necessari, è bene eseguire ulteriori accertamenti relativi all’igiene del lavoro e/o consultare un medico del lavoro”.

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