Ci sono ambiti lavorativi di cui da tempo si conoscono i rischi da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori, come quelli relativi alla fabbricazione di calzature, e altri ambiti, ad esempio quello della lavorazione della carta o della plastica, in cui i rischi da sovraccarico sono meno conosciuti o, comunque, messi in secondo piano da altri rischi per la sicurezza dei lavoratori, come i rischi correlati all’uso delle attrezzature di lavoro.

Oggi ci soffermiamo su questi tre comparti lavorativi cercando di mostrare come i rischi di sovraccarico dipendano non tanto dal comparto, quanto dalla specificità dei singoli compiti.

Esempio 1 - Fabbricazione di carta e cartone ondulato e di imballaggi di carta e cartone (esclusi quelli in carta pressata) - Caricamento macchina fustellatrice

Nel compito specifico osservato, svolto in un’azienda che produce imballaggi di cartone a partire da fogli di cartone ondulato, l’operatore, “in piedi davanti alla macchina fustellatrice, afferra una quantità variabile di cartoni ondulati impilati corrispondente ad un blocco di spessore medio di circa 10 - 15 cm. Li solleva e li ruota di 180° facendo perno sul lato più lungo, fino a poggiarli sulla rulliera di alimentazione della macchina stessa”.

Si ricorda che “dal momento che la varietà di formati di scatole è grande, la produzione di singoli formati non è molto alta: in media, per ogni formato, vengono prodotte al massimo 1000 - 1500 scatole. Ciò comporta dei lunghi fermo macchina per la sostituzione delle fustelle, il settaggio, l’aggiunta di inchiostro, ecc.: la durata del fermo macchina può variare da 20 a 45 minuti; nell’arco di un turno lavorativo vi possono essere fino a quattro cambi di formato”.

In questo compito si ha un rischio lieve di sovraccarico biomeccanico per l’arto dx da 8h di lavoro in poi e un rischio molto lieve da 4h di lavoro in poi.

Riguardo agli interventi di prevenzione si indica che “con adeguate pause e tempi di recupero e limitata tempistica giornaliera di adibizione pari a massimo 4 ore, l’attività in esame potrebbe essere caratterizzata da un rischio di entità molto lieve a carico di entrambi gli arti”.

Esempio 2 - Fabbricazione di imballaggi in materie plastiche - Produzione contenitori in plastica per alimenti - Assemblaggio vaschette per torte gelato

In questo caso il compito, inserito nella linea di produzione di uno stabilimento dedito alla fabbricazione di contenitori in plastica per alimenti, consiste “nell’assemblare i due pezzi, base torta e fondello removibile, che costituiscono la vaschetta per la torta gelato e che vengono prodotte a ciclo continuo dalla macchina termofinitrice”.

In relazione all’entità, come vedremo, del rischio, vediamo i fattori di rischio:

- frequenza: “effettuazione di movimenti rapidi e costanti (azioni tecniche dinamiche) con entrambi gli arti. Elevata stereotipia a carico dell’arto dx e sx;

- forza: assente;

- posture: i gomiti dx e sx sono in postura incongrua per circa 1/3 del tempo. Entrambi i polsi assumono posture incongrue per circa 2/3 del tempo. Le mani dx e sx afferrano oggetti con le dita (pinch) per circa 2/3 del ciclo;

- fattori complementari: presenti impatti ripetuti delle dita quando l’operatore blocca il fondello rimovibile all’interno della base torta. I ritmi di lavoro sono completamente determinati dalla macchina”.

In questo compito si arriva ad un rischio elevato di sovraccarico biomeccanico per l’arto dx e sin da 6h di lavoro in poi (rischio medio da 4h di lavoro).

Riguardo alla prevenzione si indica che dal momento che difficilmente possono essere ipotizzate significative “modifiche dei valori di produttività (ad esempio riducendo la velocità del lavoro) ed al contempo delle modalità operative (incremento del personale adibito al compito) è indispensabile programmare idonei tempi di pausa e recupero. Con un’adibizione giornaliera alla suddetta attività pari o inferiore a 4 ore, i rischi a carico di entrambi gli arti potrebbero essere di entità molto lieve”.

Esempio 3 - Fabbricazione di imballaggi in materie plastiche - Produzione contenitori in plastica per alimenti - Confezionamento contenitori

In questo caso il compito consiste “nel confezionare contenitori in plastica per alimenti, prodotti a ciclo continuo da una macchina termofinitrice. L’operatore preleva i contenitori in uscita dalla macchina e con gli stessi forma una pila di dimensioni adeguate, per riporla in uno scatolone adiacente alla postazione”.  

In questa tipologia di attività si hanno, dalle 6h di lavoro in poi, due rischi differenziati: per l’arto sin un rischio medio e per l’arto dx un rischio molto lieve.

Veniamo, infine, alle due schede nella fabbricazione di scarpe.

Esempio 4 - Fabbricazione di parti in plastica per calzature - Rifilatura suole in poliuretano

La scheda segnala che nell’ambito della produzione di componenti per scarpe in gomma e poliuretano, “una delle operazioni è la rifilatura delle suole”. L’addetto “preleva una suola in poliuretano da un cesto posto a lato e procede alla rifilatura mediante una macchina rifilatrice.  Alla fine deposita il pezzo finito e procede con una nuova suola”.

Si sottolinea poi che nel caso osservato si tratta di suole in poliuretano, “materiale più morbido della gomma, per cui la rifilatura non richiede uso di forza. Se la suola fosse in gomma sarebbe presente anche uso di forza, dunque il compito risulterebbe più gravoso”.

In questa attività, sempre dalle 6h di lavoro in poi, si ha un rischio medio per l’arto sin e un rischio lieve per l’arto dx.

Esempio 5 - Fabbricazione di parti in plastica per calzature - Rifilatura tacchi in poliuretano

Sempre nell’ambito della produzione di componenti per scarpe in gomma e poliuretano, veniamo alla rifilatura dei tacchi: “l’addetto preleva un tacco in poliuretano da un cesto posto a lato e procede alla rifilatura mediante una macchina rifilatrice. Alla fine deposita il pezzo finito e procede con un nuovo tacco”.

In questo caso, rispetto alla rifilatura delle suole, i rischi sono maggiori: dalle 4h di lavoro in poi si ha un rischio medio sia per l’arto sin che per l’arto dx.

Riguardo agli interventi di prevenzione, che valgono anche per la precedente scheda, si indica che “considerata la presenza di rischio della postazione vanno contenuti i tempi di adibizione, prevedendo rotazioni con compiti meno gravosi e vanno programmati adeguati tempi di recupero”.

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