A cosa serve il defibrillatore in azienda? Ogni anno, in Italia, si contano ancora numerose vittime degli attacchi cardiaci, per questo sono state introdotte negli anni differenti iniziative per garantire un maggior livello di sicurezza, i DAE rientrano in questa categoria.
DAE che cosa è e a cosa serve?
L’acronimo DAE sta per defibrillatore (semi)automatico esterno. Si tratta di un dispositivo di dimensioni contenute con cui effettuare la defibrillazione cardiaca in caso di emergenza. Attraverso una scarica elettrica resetta il muscolo cardiaco e ne interrompe l’aritmia.
L’aspetto importante è che questo modello di defibrillatore è facile da usare. A seconda dei modelli presenta uno o due tasti, ma può fare la differenza tra perdere e salvare la vita di un infartuato in un luogo pubblico.
Ovviamente richiede una certa competenza, ma si tratta di macchinari studiati e realizzati in modo da guidare gli utilizzatori. Ad esempio determina da solo se è necessaria o meno una scarica o seleziona il livello di energia necessario. L’apparecchio è inoltre in grado di riconoscere il ritmo defibrillabile senza errore.
La Legge 120/2001 consente l’uso del DAE anche al personale non sanitario. Questo però deve ricevere una apposita formazione tramite un corso specifico (BLSDa) organizzato da soggetti abilitati della durata di 5 ore.
L’utilizzo del defibrillatore e normativa in Italiana
L’utilizzo dei defibrillatori automatici esterni (DAE) in Italia ha visto una crescente attenzione nel corso degli ultimi due decenni. Questo interesse è motivato dalla necessità di fornire strumenti efficaci per intervenire prontamente in caso di arresto cardiaco improvviso, una delle principali cause di morte improvvisa.
L’Italia ha progressivamente sviluppato una normativa per regolamentare l’uso dei DAE, promuovendone la diffusione in vari ambiti, compresi i luoghi di lavoro, le associazioni sportive e gli spazi pubblici.
La Legge 120/2001 ha sancito la possibilità per chiunque, anche senza una formazione sanitaria, di utilizzare un DAE, purché abbia seguito un corso di formazione specifico. Questa legge ha rappresentato un passo fondamentale nella democratizzazione dell’accesso ai DAE.
In seguito, la normativa italiana ha iniziato a strutturarsi con il Decreto Ministeriale del 18 marzo 2011, che ha stabilito le prime linee guida per l’uso dei DAE in ambienti non ospedalieri.
Defibrillatori nelle associazioni sportive e luoghi pubblici
Uno dei settori dove la normativa ha avuto un impatto significativo è quello sportivo. Con il Decreto Balduzzi del 24 aprile 2013, l’Italia ha introdotto l’obbligo per le associazioni e società sportive dilettantistiche di dotarsi di defibrillatori semiautomatici e di garantire la presenza di personale formato all’uso durante le attività sportive.
Questo decreto è stato successivamente integrato dal Decreto del Ministero della Salute del 26 giugno 2017, che ha ribadito l’importanza di garantire la disponibilità e la manutenzione dei DAE nelle strutture sportive.
Nei luoghi pubblici, la normativa è altrettanto stringente. La legge del 4 agosto 2021, n.116, entrate in vigore dal 13/9/2021, ha stabilito che i defibrillatori devono essere presenti in una serie di contesti ad alta frequentazione, come stazioni ferroviarie, aeroporti, e centri commerciali.
L’obiettivo è quello di ridurre i tempi di intervento in caso di arresto cardiaco, aumentando così le probabilità di sopravvivenza.
Il defibrillatore sul luogo di lavoro è obbligatorio?
Abbiamo visto che la normativa indica esplicitamente l’utilizzo dei DAE nelle associazioni sportive e nei luoghi pubblici. Arriviamo ora alla domanda più pressante e quella su cui c’è ancora parecchia confusione: l’utilizzo del defibrillatore è obbligatorio anche per le aziende?
Leggendo con attenzione la legislazione in materia di salute e sicurezza del lavoro (il D. Lgs. 81/08 e il D.M. 388/03) l’obbligatorietà della dotazione del defibrillatore semiautomatico nelle aziende è prevista, anche se in un modo implicito.
Il Decreto Legislativo 81/2008, noto anche come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, non menziona specificamente i defibrillatori tra le attrezzature obbligatorie, ma promuove un ambiente di lavoro sicuro e invita le aziende a valutare i rischi specifici del proprio contesto operativo. La stessa logica con cui vengono promossi i corsi sulla sicurezza per i lavoratori.
Ma un rischio lavorativo può determinare un arresto cardiaco del lavoratore?
L’INAIL ha pubblicato nel 2016 la scheda informativa La defibrillazione precoce nei luoghi di lavoro che mette in luce i fattori lavorativi che contribuiscono ad aggravare le malattie cardiovascolari. Del resto, circa il 5% degli arresti cardiaci si verifica sui luoghi di lavoro. E possono colpire anche soggetti senza una patologia cardiaca nota.
Quindi, anche se la normativa non prevede, in modo esplicito, l’obbligo per le aziende di dotarsi del defibrillatore semiautomatico e di formare i lavoratori al suo utilizzo, questo sarebbe una pratica salvavita che, assieme ai corsi di formazione sul primo soccorso, contribuirebbe a rendere più sicuro l’ambiente di lavoro.