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Cosa ci dice il bilancio degli infortuni sul lavoro in Italia nel 2024

L’anno 2024 si chiude con un bilancio sugli infortuni sul lavoro che, sebbene mostri segnali di miglioramento rispetto agli anni precedenti, pone ancora gravi interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in Italia. Vediamo cosa ci dicono i dati.

I numeri dell’INAIL sugli infortuni lavoro 2024

Secondo i dati pubblicati dall’Inail, nel periodo gennaio-novembre 2024, sono state presentate 543.039 denunce di infortunio sul lavoro, registrando un lieve incremento dello 0,1% rispetto alle 542.568 dello stesso periodo del 2023. Tuttavia, si osserva una diminuzione del 16,7% rispetto al 2022 e dell’8,1% rispetto al 2019, anno precedente alla pandemia.

Analizzando la natura degli infortuni, i casi avvenuti in occasione di lavoro sono diminuiti dello 0,6%, passando da 455.140 nel 2023 a 452.413 nel 2024. Al contrario, le denunce di infortunio in itinere, ossia durante il tragitto casa-lavoro-casa, hanno registrato un aumento del 3,7%, salendo da 87.428 a 90.626 nello stesso periodo. Di conseguenza, l’incidenza degli infortuni in itinere sul totale delle denunce è passata dal 16,1% del 2023 al 16,7% del 2024.

Per quanto riguarda le malattie professionali, nei primi undici mesi del 2024 sono state protocollate 79.890 denunce, con un incremento del 20,0% rispetto alle 66.573 dello stesso periodo del 2023. Questo aumento prosegue una tendenza già osservata nei mesi precedenti.

La fascia d’età più a rischio è quella degli ultrasessantacinquenni, con un’incidenza di mortalità di 65,8 per milione di occupati, seguita dalla fascia 55-64 anni con un’incidenza di 23,8. Inoltre, gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi sei mesi dell’anno sono stati 81 su un totale di 364, con un rischio di morte quasi triplo rispetto agli italiani.

I casi più eclatanti di infortunio sul lavoro del 2024

Tra gli episodi più drammatici del 2024, si ricordano quattro incidenti particolarmente gravi:

  • Firenze, 16 febbraio: il crollo di una struttura in cemento armato in un cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga ha causato la morte di quattro operai e un trasportatore, oltre a diversi feriti.
  • Suviana, 9 aprile: nella centrale elettrica Enel sull’Appennino bolognese, l’esplosione di una turbina ha provocato un incendio e il successivo crollo di un solaio, causando la morte di sette lavoratori impegnati in operazioni di adeguamento dell’impianto.
  • Casteldaccia, 6 maggio: cinque operai impegnati in lavori di manutenzione della rete fognaria per conto dell’Amap, la società che gestisce le condotte idriche e fognarie di Palermo, hanno perso la vita dopo essersi calati in un cunicolo da un tombino esterno.
  • Calenzano, 9 dicembre: un’esplosione nel deposito Eni ha causato la morte di cinque persone, un episodio ricordato anche dal presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso, ha sottolineato l’urgenza di passare dalle parole ai fatti, affermando che “gli incidenti mortali – tutti – si possono e si devono prevenire”.

I settori lavorativi più a rischio

Nonostante l’aumento delle campagne di sensibilizzazione e delle iniziative volte a promuovere la sicurezza sul lavoro, persistono rischi significativi in diversi settori. L’edilizia, l’industria manifatturiera e l’agricoltura continuano a registrare un elevato numero di infortuni, spesso legati all’uso di macchinari obsoleti, alla mancanza di adeguate protezioni individuali e alla scarsa formazione dei lavoratori. A questi si aggiunge il fenomeno del lavoro nero, che coinvolge migliaia di persone prive di tutela e di diritti.

Il settore delle costruzioni ha registrato il maggior numero di decessi in occasione di lavoro, con 68 vittime, seguito dalle attività manifatturiere (47), trasporti e magazzinaggio (34) e commercio (26). La fascia d’età più colpita è quella tra i 55 e i 64 anni, con 122 decessi su un totale di 364. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine giugno 2024 sono state 28, mentre 12 sono decedute in itinere.

Inoltre, il crescente utilizzo di nuove tecnologie, come la robotica e l’intelligenza artificiale, introduce rischi inediti che richiedono una regolamentazione specifica. La mancanza di aggiornamenti normativi adeguati rischia di lasciare i lavoratori esposti a situazioni pericolose in contesti non ancora pienamente disciplinati.

Come migliorare la sicurezza sul lavoro

Rendere i luoghi di lavoro più sicuri richiede un approccio integrato che coinvolga istituzioni, imprese e lavoratori. Innanzitutto, è necessario potenziare i controlli da parte degli organi preposti, come l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, aumentando le risorse umane e finanziarie a disposizione. Le aziende, dal canto loro, devono investire maggiormente nella formazione dei dipendenti e nell’adozione di tecnologie innovative per la sicurezza, come sensori per il monitoraggio dei rischi e sistemi di allarme avanzati.

Un ruolo fondamentale spetta anche alla promozione di una cultura della sicurezza, che deve essere interiorizzata a tutti i livelli dell’organizzazione. Campagne educative e corsi obbligatori sulla prevenzione degli infortuni possono contribuire a sensibilizzare i lavoratori e i datori di lavoro sull’importanza del rispetto delle norme.

Infine, è imprescindibile aggiornare continuamente la normativa per far fronte ai cambiamenti del mercato del lavoro e alle nuove sfide poste dall’innovazione tecnologica. Solo con un impegno congiunto e costante sarà possibile ridurre ulteriormente il numero di infortuni sul lavoro e garantire condizioni più sicure per tutti.