VVF Cert – Prodotti omologati e certificati dai VVF: è questo il nuovo applicativo informatico dei Vigili del Fuoco per la consultazione dei prodotti antincendio omologati e certificati dagli stessi VVF.
VVF Cert nasce dall'esigenza, della Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica del Dipartimento dei Vigili del Fuoco nell'ottica di dare sempre risposte certe e sicure al cittadino ed in particolare per quanto riguarda la consultazione delle principali caratteristiche dei prodotti antincendio, la verifica e la certificazione di prodotti testati dai Vigili del Fuoco o certificati dal Centro Studi ed Esperienze dei Vigili del Fuoco.
Laboratori specializzati, con personale altamente formato, seguendo precise procedure verificano e provano i materiali e i prodotti sulla base delle direttive date dalle normative vigenti e dalla conformità dei materiali usati per produrli.
Uno staff del Centro Studi ed Esperienze dopo i dovuti passaggi, crea un elenco normato che raccoglie i dati dei prodotti stessi e questa applicazione consente a tutti con semplicità di identificare e quindi verificare, tramite codice, denominazione o tipologia il prodotto stesso e la sua certificazione in uso.
In questa app potrete trovare gli elenchi dei materiali e prodotto classificati ai fini della reazione al fuoco, delle porte resistenti al fuoco, degli estintori di incendio portatili e carrellati oltre a serramenti e serbatoi, sistema di ricerca veloce e tante altre info
I prodotti quali estintori, moquettes, mobili imbottiti, etc. per poter essere installati nelle attività soggette alle norme di prevenzione incendi devono essere preventivamente approvati.
La procedura di approvazione può essere divisa in due parti.
La prima consiste nella "prova" del prodotto presso uno dei laboratori autorizzati dal Ministero dell'Interno (certificazione) e la seconda fase nel rilascio da parte del Ministero dell'Interno stesso dell'atto di approvazione (approvazione di tipo o omologazione).
L'applicazione consente a tutti con semplicità di identificare e quindi verificare, tramite codice, denominazione o tipologia il prodotto stesso e la sua certificazione in uso.
I prodotti per i quali si possono ricercare informazioni sono:
- estintori,
- porte antincendio,
- prodotti omologati per reazione al fuoco,
- i contenitori mobili di liquidi di categoria C.
Per ogni prodotto sono specificati i dati rilevanti e caratterizzanti, quali produttore, denominazione commerciale, codice di omologazione, scadenza omologazione, ecc.
Con tali informazioni a disposizione, sia il personale VVF sia l’utenza esterna potrà verificare con immediatezza lo stato di validità di tutti i prodotti omologati presenti.
L’app è in download sulla pagina Le App dei VVF del sito vigilfuoco.it oppure è consultabile anche dal web, all’indirizzo vvfcert.dcevvf.it, in cui sonio implementate più funzioni rispetto alla versione per smartphone.
Fonte: VVF Cert
Fonte: Gruppo Errepi Srl
Il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: focus sulle strategie europee, sul contesto normativo italiano, sulle attività di vigilanza e di prevenzione.
Il nome è tutto un programma: "Virkill", che sostanzialmente dovrebbe suonare, più o meno, come "killer del virus" ed infatti Virkill è un tessuto brevettato che, stando a quanto certificato dai creatori, è in grado di uccidere il coronavirus.
La firma sul progetto è quella di Italtex, azienda lombarda, del Comasco, che ha ideato e realizzato il tessuto made in Italy anti coronavirus e che non ha intenzione di fermarsi.
Grazie all'unione con altre società, sempre lombarde, l'azienda ha infatti dato vita a una linea di prodotti - presentati nelle scorse ore al "Hyatt Centric" di Milano - che potrebbero permettere a ristoranti, hotel e centri benessere di tornare a lavorare in sicurezza.
Come funziona il tessuto che uccide il Covid?
"Alla base di tutte le realizzazioni c’è il tessuto reso rivoluzionario da un elemento nascosto al suo interno, le nano-particelle di rame fuse nel filo, caratteristica che distingue il tessuto da un semplice trattamento antivirale superficiale che si può deteriorare con i lavaggi", assicurano da Italtex. Spiegando che si tratta di "elementi invisibili all’occhio umano, ma che hanno la capacità di uccidere il covid 19 grazie a caratteristiche naturali che sono state testate negli ultimi mesi da laboratori indipendenti italiani e inglesi".
La vera novità è che da adesso si tratta di "un tessuto che è possibile indossare". Con "Virkill" sono infatti state create - si legge in un comunicato stampa - "divise per bartender e chef, così come le uniformi per camerieri e donne delle pulizie, tovaglie e runner per i ristoranti, copriguanciali, topper letto e piumino copriletto per le stanze di albergo, ciabattine, copri lettino, kimono e accappatoio per i centri benessere".
"Per la realizzazione dei prodotti Italtex si è affidata alla filiera del made in Italy, coinvolgendo tre aziende partner nel progetto, in particolare, la Maurel di Robbio, specialista nella creazione di uniformi per hotel di lusso, la Vefer di Lissone, leader in Italia e in Europa nel settore dei poliuretani espansi di alta qualità e un noto calzaturificio del distretto di Parabiago, che ha realizzato infine le calzature per il personale, ciabattine da camera e ciabattine per centri benessere", sottolineano dall'azienda.
“Un lavoro di squadra per garantire sicurezza agli ospiti di hotel, ristoranti e spa”, il commento dell’amministratore delegato di Italtex, Alessandro Pedretti. “Virkill si pone come obiettivo l’eliminazione della trasmissione del virus attraverso le superfici contaminate. Sappiamo infatti da studi autorevoli che il Sars-Cov-2, come tanti altri virus, rimane attivo per diverso tempo fuori dall’organismo, sulle superfici e sui tessuti. Le soluzioni proposte sono state ideate per garantire una maggiore tranquillità al cliente che vuole sentirsi al sicuro mentre cerca di rilassarsi. L’idea è quindi quella che l’hotel, il ristorante o il centro benessere possano offrire un servizio aggiuntivo per migliorare l’esperienza del cliente. E ci siamo riusciti con un prodotto che resiste ad oltre cento lavaggi, è dermatologicamente testato per pelli sensibili e ipoallergenico".
Fonte: Monza Today
Il regolamento generale europeo impone di cancellare o distruggere i dati personali quando sono esaurite le finalità della raccolta ma spesso quest’operazione non è eseguita correttamente.
Il diritto all’oblio è uno dei principali diritti difesi dal regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (vedi in particolare articolo 4, articolo 17, articolo 30 e articolo 70).
Ciò significa che, una volta che sia esaurita la finalità per la quale un dato personale è stato raccolto, esso deve essere cancellato o distrutto.
Per esempio quando i dati vengono raccolti per effettuare un'indagine di mercato, al termine dell’indagine i dati possono essere cancellati o resi anonimi, in quanto l’obiettivo della raccolta era quello di avere a disposizione elementi statistici afferenti al gradimento della clientela, ad esempio, piuttosto che non avere a disposizione il nome e cognome del soggetto interviste nato.
L’esperienza però insegna che questa operazione di cancellazione o distruzione spesso viene effettuata in maniera inappropriata. L’errore più frequente ed il più grave è evidentemente quello di “dimenticarsi” di cancellare i dati, quando non più necessari. Altre volte invece il dato viene cancellato con modalità tali da renderlo comunque recuperabile e venendo così meno all’obbligo del titolare del trattamento di effettuare quest’operazione in modo appropriato.
L’autorità Garante nazionale si era già in passato preoccupata di questo problema ed aveva pubblicato un prezioso documento, ancor oggi validissimo, nel quale venivano date indicazioni precise su come cancellare i dati, ad esempio presenti su supporti informatici, oppure distruggere i dati, se presenti su supporti cartacei.
Orbene, con la rapida evoluzione del mondo tecnologico, è del tutto normale che una norma elaborata nel 2009 possa avere bisogno di un aggiornamento ed ecco perché dal BSI è stata recentemente presentata una proposta formale di revisione di questo documento, basando questa richiesta su una serie di ottime motivazioni. Ad esempio, numerosi titolari del trattamento hanno fatto presente che oggi questa norma non riflette più l’arricchimento delle tipologie di archiviazione dei dati.
Ad esempio, potrebbe essere oggi opportuno utilizzare sistemi più raffinati di frammentazione dei supporti cartacei, in quanto sono già disponibili degli applicativi, che possono inquadrare ogni singolo frammento e successivamente ricostruire l’intero documento. Un ormai famoso esempio di applicazione di questi applicativi è legato alla ricostruzione degli affreschi della basilica di San Francesco, danneggiati dal terremoto. Ogni singolo frammento è stato inquadrato da uno scanner e un applicativo potentissimo è stato in grado di dare precise indicazioni su come assemblare le migliaia di frammenti.
L’elevato importo delle sanzioni, che possono essere applicate nel quadro del regolamento europeo, rende ancora più importante mettere a disposizione dei titolari del trattamento degli strumenti efficienti ed efficaci, in grado di dare ogni garanzia a tutti soggetti coinvolti che la distruzione di materiale sensibile sia stata portata a termine correttamente, prendendo in considerazione non solo il processo finale di frammentazione, ma anche quello di raccolta, trasporto e distruzione vera e propria.
Con l’occasione, ricordo a tutti i lettori che la distruzione di un supporto cartaceo, o la cancellazione di un supporto informatico, effettuata in conformità a una vigente norma italiana, europea o internazionale, rappresenta garanzia di distruzione o cancellazione in conformità dello stato dell’arte. L’avere quindi messo a punto una procedura di cancellazione, conforme ad una vigente norma, esime da ogni ulteriore responsabilità tutti i soggetti coinvolti, in quanto è il codice civile che afferma come questo comportamento sia “perfetto”.
Proponiamo una sintesi del nuovo Decreto Legge Approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 22 febbraio 2021 con le ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. (Decreto legge 23 febbraio 2021 n.15 GU n.45 del 23 febbraio 2021).
Il Decreto prevede:
- divieto spostamenti tra Regioni e Province autonome fino al 27 marzo 2021;
- fino al 27 marzo in zona rossa non consentiti spostamenti in abitazioni private differenti dalla propria, salvo lavoro necessità e salute;
- spostamenti concessi tra le 5.00 e le 22.00 in zona gialla all’interno della stessa Regione;
- in zona arancione all’interno dello stesso Comune due persone con i figli minori di 14 anni, conviventi con disabilità o non autosufficienti;
- in zona arancione spostamenti fuori dai Comuni con meno di 5mila abitanti e per 30 km.
Fonte: Gruppo Errepi Srl