La UE ha finalmente deciso di adottare standard uniformi di qualità in tutta l’Unione ponendo fine alle doppie norme nella produzione alimentare che implicavano la diffusione sul mercato dell’Europa orientale di prodotti di qualità inferiore.
La doppia qualità delle merci, specialmente dei prodotti alimentari, è un problema che riguarda un terzo dei paesi dell’UE, secondo il ministro dell’Agricoltura slovacco Gabriela Matecna.
Le pressioni esercitate dai paesi interessati e in particolare della Slovacchia e dal premier Robert Fico hanno finalmente avuto effetto: a metà settembre il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha affermato che tali duplici pratiche non sarebbero state più tollerate.
I governi Slovacco e della Repubblica Ceca hanno poi convocato per il 13 ottobre 2017 a Bratislava un summit ufficiale sul doppio standard alimentare nell’UE, a cui sono stati invitati anche i rappresentanti delle commissioni interessate dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo, oltre alle organizzazioni dei consumatori nazionali ed europee e a cui hanno presenziato anche membri della Commissione Europea che aveva precedentemente garantito la propria partecipazione. Seminari con le autorità responsabili della tutela dei consumatori e della sicurezza alimentare saranno convocati dalla stessa Commissione UE nei prossimi due mesi
Vera Jourova, Commissario europeo per i consumatori, in una dichiarazione al Deutsche Welle aveva già precedentemente dichiarato che “Entro la fine dell’anno, l’UE introdurrà standard uniformi per la verifica della qualità dei prodotti alimentari“.
Vera Jourova sostiene che i produttori tendono ad avere prodotti di diversa qualità per i paesi “ricchi” e per quelli “poveri” dell’UE, il che è ingannevole per i consumatori. “Abbiamo sentito molte lamentele da parte dei consumatori i quali hanno notato che caffè, bevande o bastoncini di pesce acquistati nel supermercato locale sono di qualità inferiore rispetto a quelli venduti nel supermercato oltre il confine“, ha dichiarato, mostrando un cambiamento nella visione dell’esecutivo UE sul problema.
La Commissione in alcune anticipazioni sembra aver comunque deciso che per porre fine alla discriminazione nei confronti dei consumatori non sarà adottata una nuova regolamentazione, ma che piuttosto saranno utilizzate le leggi già esistenti .
La denuncia dell’esistenza di un doppio standard di qualità degli alimenti all’interno dell’Unione europea è stata portata avanti dai quattro paesi del gruppo di Visegread (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), ai quali si sono unite Bulgaria, Romania, Croazia e Slovenia.
Secondo rilevamenti sembra che anche in Austria, paese per ora non ufficialmente interessato dalla problematica, alcuni prodotti siano di qualità inferiore mentre la Polonia ne sarebbe interessata soltanto marginalmente.
FONTE: Puntosicuro
Tucano Urbano nasce nel 1999 a Milano: una città che giorno dopo giorno vede le sue strade popolarsi di scooteristi. Il brand nasce con loro e per loro, con intuizioni visionarie e scanzonate.
Il piccolo tucano nel rombo diventa negli anni un marchio solido e di successo, punto di riferimento per chi si muove negli spazi metropolitani.
Nel 2012, con l’entrata di nuovi soci e nuovi manager, si aprono per il brand nuove sfide e nuovi territori che non ne tradiscono la vocazione urbana, ma la ampliano verso un’idea di mobilità totale: per ogni tempo, ogni strada, ogni stile di vita.
La società ha 35 dipendenti nella sede di Peschiera Borromeo, di cui 8 product designer, che si occupano della ricerca e sviluppo, ma anche dell’ideazione del prodotto, della prototipazione, del controllo della produzione, fino alla vendita. Altri 35 sono addetti alle vendite nei 6 store monomarca.
La produzione, fin dall’inizio, è stata affidata a fornitori asiatici.
”La nostra bravura – spiega l’ad di Tucano Urbano Sgorbati – è stata quella di intuire, prima degli altri, come sviluppare prodotto di qualità con forniture asiatiche. Cosa che ad altri non è riuscita. Abbiamo sviluppato con ciascun fornitore quello che ciascuno sapeva fare meglio e ancora oggi parte dello sviluppo prodotto, fin dal bozzetto, è legata alla collaborazione con il fornitore”
L’anno in corso dovrebbe concludersi positivamente, con una maggiore marginalità rispetto al passato, anche per via del cambiamento del clima. Le bombe d’acqua che colpiscono in piena estate fanno crescere l’interesse dei clienti per mantelle quattro stagioni. Infatti l’ultima innovazione è Termoscud pro sfruttabile anche d’estate, evoluzione dell’originale copertina, Termoscud®, la copertina per scooter oggi sinonimo di categoria.
Tucano Urbano è certificata ISO 9001 con TÜV NORD Italia.
FONTE: La Repubblica.it
Dopo aver perso due gare per problemi di affidabilità in Malesia e Giappone, la Ferrari cerca una soluzione e comincia dal controllo qualità.
Per la prima volta un settore tecnico-sportivo a Maranello sarà guidato da una donna.
Maria Mendoza, spagnola, 42 anni, laurea in Fisica e master in Computer Engineering, dirige dal 2012 in FCA il team incaricato di verificare il materiale dei fornitori utilizzato sui motori del Gruppo. Ora sarà a capo dei processi di qualità della Scuderia Ferrari.
A Maranello non si limiterà a tenere sotto controllo i componenti prodotti da aziende terze ma seguirà anche quelli realizzati internamente in Casa Ferrari.
Il numero 1 dell’azienda, Sergio Marchionne, riferendosi alla candela che ha compromesso il GP del Giappone di Sebastian Vettel, aveva sottolineato la necessità di intervenire sulla qualità: “dà veramente fastidio quando è un componente che costa 59 euro a far saltare la gara con macchine che costano milioni. Il problema è nato e bisogna gestirlo!
Dobbiamo rinnovare l’impegno per quanto riguarda la qualità della componentistica che sta arrivando in F1: è un problema che abbiamo ignorato nel tempo e che non è stato di una certa importanza. Ma adesso, in almeno tre occasioni ha avuto un impatto devastante sulla performance della Scuderia, su cose che tecnicamente hanno un valore relativo. L’aggiusteremo“.
Detto, fatto. Nuova dirigente, nuova e rinnovata attenzione. Un cambio che ci fa sperare!
La casa del Cavallino Rampante è certificata UNI EN ISO 9001 e 14001.
Si è svolta il 10 ottobre al Giulio Cesare di Roma la conferenza stampa di presentazione del Protocollo d'Intesa Anmil -MIUR per la salute e sicurezza nel mondo della scuola.
Il comunicato diffuso sottolinea la necessità di divulgare la cultura della sicurezza e il valore della prevenzione tra i giovani, seguendo il percorso già intrapreso nel precedente accordo del 2009.
Divulgare la cultura della sicurezza e il valore della prevenzione tra i giovani e nel mondo della scuola sono le principali finalità del Protocollo d'Intesa che il MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) ha sottoscritto con l'ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) - sulla scia della positiva esperienza del precedente accordo siglato nel 2009.
L'iniziativa è volta a prevedere l'integrazione di questi temi nei percorsi curriculari rafforzando l'efficacia di attività analoghe grazie alla forza della testimonianza di vittime del lavoro che, nel corso di incontri mirati con gli studenti di ogni ordine e grado, può stimolare e sensibilizzare più qualsiasi altro strumento, l'interesse e l'attenzione dei giovani, avvalendosi peraltro dell'esperienza ultraventennale che l'Associazione ha nelle scuole e dell'approccio pedagogico innovativo nel trattare le tematiche prevenzionistiche grazie anche alle testimonianze d'infortunio dei soci ANMIL.
Proprio in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro di domenica 8 ottobre, il Capo dello Stato nel suo messaggio inviato all'ANMIL ha evidenziato che "sono troppo numerosi i casi di aziende non in linea con gli standard di sicurezza ed è inconcepibile che tra le vittime di infortunio sul lavoro vi siano ragazzi giovanissimi".
Se il termine “legionellosi”, che fa riferimento a tutte le forme morbose causate da batteri gram-negativi aerobi appartenenti al genere Legionella, venne coniato già nel 1976, ancora oggi la cosiddetta “malattia dei legionari”, continua ad essere una patologia poco conosciuta negli ambienti di lavoro. E questo, malgrado sia considerata un problema emergente in sanità pubblica, con sorveglianza speciale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, della Comunità Europea e dell’Istituto Superiore di Sanità. Il numero dei casi (6412 casi in Europa nel 2014, di cui 1435 in Italia) ad oggi “è ancora largamente sottostimato e, per la maggior parte di questi (80% circa), non è possibile risalire alle circostanze in cui si è verificata l’esposizione all’agente biologico”.
A ricordarci l’importanza del rischio legionellosi nei luoghi di lavoro è il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail che negli anni ha prodotto diversi documenti su questo tema e che recentemente ha reso disponibili due diversi factsheet (o fact sheet).
Il primo factsheet, un aggiornamento di un precedente documento del 2012, e dal titolo “Il rischio di esposizione a Legionella spp. in ambienti di vita e di lavoro” ricorda le conseguenze della patologia, le modalità di trasmissione e i fattori di rischio.
Ad esempio si ricorda che la legionellosi “è trasmessa per via aerea a seguito dell’inalazione di aerosol contenente legionelle o di particelle di polvere da esso derivate per essiccamento o, più raramente, in seguito ad aspirazione di acqua contaminata. Più piccole sono le dimensioni delle goccioline inalate (<5μm) e più facilmente queste raggiungono le basse vie respiratorie (alveoli polmonari). I principali sistemi in grado di generare aerosol sono i rubinetti, i diffusori delle docce, le torri evaporative, vasche idromassaggio, fontane decorative, ecc”. E si sottolinea che “non è mai stata dimostrata la trasmissione interumana della malattia”.
Dunque quali sono i fattori di rischio per l’acquisizione dell’infezione?
Il documento ricorda che le legionelle “sono ampiamente diffuse in natura nei laghi, stagni, acque termali, da cui possono facilmente raggiungere gli ambienti artificiali (condotte d’acqua cittadina, impianti idrici, torri evaporative, ecc.)” all’interno dei quali trovano fattori che ne favoriscono la crescita.
Nei documenti, che vi invitiamo a leggere integralmente, sono presenti immagini esplicative, anche con riferimento all’aerosol prodotto all’interno delle torri evaporative.
Si indica poi che tra i fattori di rischio ambientali associati all’acquisizione dell’infezione, “quelli più importanti sono rappresentati dalla temperatura dell’acqua compresa tra i 20° ed i 50°C, dalla presenza di biofilm, di elementi in traccia (ferro, rame, zinco, ecc.), incrostazioni, depositi calcarei e amebe all’interno delle quali il batterio trova condizioni più favorevoli per la crescita e riparo dai disinfettanti”.
Tuttavia vi sono anche altri fattori che giocano un ruolo importante nell’ acquisizione dell’infezione:
- fattori direttamente correlati alla virulenza del ceppo batterico (capacità di moltiplicazione all’interno dei macrofagi, resistenza agli antibiotici, ecc.);
- fattori legati ad una “maggiore suscettibilità dell’ospite (fumatori, persone affette da gravi patologie o con immunodeficienza acquisita in seguito ad interventi chirurgici)”.
Dove è presente il rischio di esposizione a legionella?
Si indica che il rischio di acquisire un’infezione è “riscontrabile in tutti quegli ambienti di vita e di lavoro in cui vi è potenziale rischio di esposizione ad aerosol infettanti. In letteratura sono noti casi di legionellosi tra gli operatori sanitari, dentisti, addetti alla pulizia degli impianti di trattamento aria, manutenzione degli impianti di distribuzione dell’acqua ad uso sanitario e impianti di depurazione, minatori, giardinieri, ecc”.
Si ricorda poi che la Conferenza Stato-Regioni del 7 maggio 2015 ha sancito “l’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, sul documento Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi che aggiorna ed integra le precedenti linee guida nazionali. Il documento ribadisce l’importanza della valutazione del rischio e della necessità di mettere in atto misure di prevenzione a breve (decalcificazione degli elementi meno usurati, disinfezione di filtri, soffioni e flessibili) e a lungo termine (filtrazione, trattamento termico, clorazione, ecc.)”.
Per favorire un’idonea valutazione del potenziale rischio di esposizione a Legionella spp., è stato prodotto nel 2017 un successivo factsheet dal titolo “Il campionamento di legionella nei bioaerosol: un brevetto Inail”.
Nel documento si indica che il rilevamento della contaminazione microbica nelle matrici ambientali e più in generale in luoghi e ambienti di lavoro e di vita, “è importante per la salvaguardia dello stato di igiene e di salute della popolazione”.
A questo proposito esistono “numerose tecniche per rilevare i microrganismi patogeni come la Legionella, nelle matrici ambientali. In quest’ambito la metodica maggiormente utilizzata è quella colturale, dopo un campionamento di acqua in bottiglie o di aria in gorgogliatori e/o piastre”. Tuttavia tali metodi “pur permettendo l’isolamento e la quantizzazione dei microorganismi presentano una serie di svantaggi. L’importanza di un campionamento selettivo e rapido permette di ridurre al minimo gli svantaggi analitici, come per esempio la presenza di altri microrganismi o la presenza di cellule vitali ma non coltivabili (VBNC) che non possono essere rilevati mediante i metodi colturali classici”.
Nei laboratori Inail di Lamezia Terme è stato dunque “ideato e brevettato un sistema di gorgogliamento che consente un campionamento dell’aria, molto più efficace rispetto a quello ottenibile con altri dispositivi dello stesso tipo. Tale vantaggio è stato ottenuto progettando il dispositivo per concentrare grandi volumi di aria in piccole quantità di sospensione”.
In questo modo – continua il factsheet - si ottengono “due vantaggi fondamentali, il primo è quello di avere un campione molto concentrato e il secondo di limitare la perdita della sospensione. Il dispositivo di gorgogliamento consente di catturare in maniera selettiva Legionella spp e ridurre notevolmente i tempi di analisi post campionamento a poco più di 3 - 4 ore. Tale effetto è ottenuto dalla presenza di una sospensione di beads immunomagnetiche (BIM), sensibilizzate con specifici anticorpi monoclonali antilegionella, in grado di catturare in maniera selettiva e specifica microorganismi di interesse che possono essere presenti nella matrice ambientale da analizzare”.
In particolare il sistema descritto – presentato nel factsheet anche con immagini - è costituito da una “provetta monouso contenente la sospensione delle BIM, all’interno della quale è posto il sistema di gorgogliamento. La provetta viene collegata ad un campionatore, che consente di aspirare l’aria dal luogo in cui si intende campionare. Il collegamento del gorgogliatore avviene attraverso una trappola posta fra il gorgogliatore stesso e il campionatore, per evitare una perdita del liquido di campionamento e allo stesso tempo preservare il campionatore da un’eventuale contaminazione. Il vantaggio di questo sistema è che la sospensione batterica di interesse legata alle BIM, viene successivamente raccolta con l’utilizzo di un semplice magnete”.
Il factsheet che si sofferma poi su vari altri aspetti (applicazioni pratiche, metodo colturale, analisi in fluorescenza, …) conclude che lo sviluppo di questo dispositivo “permetterà di ridurre i tempi di analisi post campionamento oltre che favorire l’utilizzo di numerosi protocolli analitici. Inoltre l’estrema versatilità nel suo utilizzo consente di modificare il microrganismo target sostituendo semplicemente l’anticorpo legato alle BIM”.
In definitiva il suo utilizzo permetterà in futuro di “monitorare determinati agenti biologici in breve tempo, abbattendo i tempi di risposta delle analisi e favorendo un più rapido intervento dei protocolli di gestione del rischio”.