Uno degli elementi rilevanti per il successo di ogni strategia di prevenzione e per ogni attività di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro è correlato alla qualità e professionalizzazione degli operatori della sicurezza attivi nelle aziende. Ma esiste per questi operatori una qualificazione professionale internazionale che permetta insieme un reale incremento delle competenze e la possibilità di operare ogni parte del mondo?
Una qualificazione che offra tutte queste possibilità è la "International General Certificate" (IGC) rilasciata dal “The National Examination Board in Occupational Safety and Health” (Nebosh), un organismo di certificazione britannico che attraverso i propri centri, organizza, a livello mondiale, corsi di formazione in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
E proprio per permettere ai professionisti italiani di acquisire questa importante certificazione, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza nel mese di novembre 2017 a Brescia un corso di 80 ore in 10 giornate formative dal titolo “Nebosh International General Certificate”.
Il corso, incentrato sui sistemi di gestione e sulle norme internazionali, permette di acquisire tutte le conoscenze e competenze necessarie per adempiere efficacemente alle responsabilità in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, in aziende di ogni settore ed in ogni parte del mondo. In questo senso l'International General Certificate - progettato per dirigenti, supervisors, coordinatori e professionisti che necessitano di una vasta conoscenza di principi e prassi in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro - è indicato anche per coloro che desiderino intraprendere una carriera internazionale e per coloro che intendano lavorare presso grandi aziende che operano a livello mondiale o in multinazionali che già utilizzano standard internazionali.
Le qualifiche Nebosh sono, infatti, largamente diffuse in tutto il mondo e sono riconosciute anche da organismi professionali internazionali come l' IOSH (The Institution of Occupational Safety and Health) e il CIWEM (The Chartered Institution of Water an Environmental Management).
Il corso “Nebosh International General Certificate” - della durata di 80 ore in presenza più una giornata finale per l’esame - si terrà dunque a Brescia, presso la sede di AiFOS in via Branze 45, in due diverse sessioni: dal 6 al 10 novembre e dal 20 al 24 novembre 2017 con esame finale il 6 dicembre.
Il corso si articolerà in tre unità.
La prima unità - “IGC1: Management of International Health and Safety” – affronterà, ad esempio, i seguenti temi:
- Foundations in Health and Safety;
- Health and Safety Management systems – Plan;
- Health and Safety Management systems – Do;
- Health and Safety Management systems – Check;
- Health and Safety Management systems 4 – Act.
La seconda unità - “GC2: Controlling Workplace Hazards” - entrerà nel dettaglio della gestione dei seguenti rischi:
- Workplace hazards and risk control;
- Transport hazards and risk control;
- Musculoskeletal hazards and risk control;
- Work Equipment hazards and risk control;
- Electrical Safety;
- Fire Safety;
- Chemical and Biological health hazards and risk control;
- Physical and psychological hazards and risk control.
Nella terza unità - “GC3: Health and safety practical application” - le conoscenze e le competenze acquisite in ICG1 e GC2 saranno affrontate in ambiente pratico e applicativo.
La qualifica "International General Certificate", il riconoscimento professionale più importante e prestigioso a livello mondiale nel settore della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, sarà infine conseguita al superamento di due prove scritte e un assessment pratico (project work).
Si ricorda che per frequentare il corso, a numero chiuso, è necessario possedere una buona conoscenza della lingua inglese: il corso ed il materiale didattico sono in lingua inglese.
Il corso è valido per 40 ore di aggiornamento per RSPP e ASPP di tutti i macrosettori ATECO.
Le particelle trovate nella maggior parte dei campioni di acqua potabile, indipendentemente dalle fonti, possono penetrare nelle cellule o attrarre patogeni e mancano studi sulla loro pericolosità.
Con la quantità di plastica prodotta negli ultimi 60 anni - 8,3 miliardi di tonnellate: il peso di un miliardo di elefanti - e quella che abbiamo liberato in mare, era forse un po' da ingenui pensare che fosse finita soltanto nella catena alimentare.
Puntuale, è arrivata la doccia fredda: invisibili fibre di plastica si trovano nell'acqua del rubinetto di tutto il mondo, dall'Europa all'India, dagli Stati Uniti al Libano. L'83% dei campioni di quella che è considerata acqua potabile risulta contaminato, come denuncia uno studio globale condotto da Orb Media, un'organizzazione no-profit specializzata in giornalismo d'inchiesta, che ha condiviso i risultati dell'analisi in esclusiva con il Guardian.
Nel piatto e nel bicchiere. Se le microplastiche inquinano già la totalità di fiumi, laghi e oceani globali - si sono chiesti i ricercatori - come facciamo a pensare che non si trovino anche nell'acqua in cui beviamo? Si trattava, ora sappiamo, di una semplice illusione, e l'entità del danno è democratica, indipendentemente da latitudini e salute economica degli Stati coinvolti.
male dappertutto. In totale sono stati analizzati 159 campioni. Il più alto tasso di contaminazione (94%) si registra negli Stati Uniti, con fibre di plastica trovate nell'acqua del rubinetto degli edifici del Congresso, della Trump Tower e del quartier generale dell'Agenzia USA per la protezione ambientale. Libano e India seguono a ruota (con percentuali di 93,8 e 82,4). In Europa va meglio, ma neanche poi tanto: è contaminato il 72% dell'acqua che beviamo e per ogni 500 ml, una bottiglietta da mezzo litro, ingeriamo in media 1,9 fibre di plastica (negli USA sono 4,8).
I rischi. «Non sappiamo quale sia l'impatto sulla salute, per questa ragione dovremmo occuparcene immediatamente e capire quali siano i rischi reali, mentre seguiamo un principio cautelativo» spiega Anne Marie Mahon del Galway-Mayo Institute of Technology, tra gli autori dell'indagine.
Due sono i motivi di preoccupazione.
Il primo riguarda le dimensioni delle particelle: le analisi di Orb hanno individuato solo quelle più grandi di 2,5 micron, 2500 volte più grandi di un nanometro (per fare un confronto, il diametro di un capello umano oscilla tra i 50 e gli 80 micron). Ma quelle di dimensioni nanometriche sono sufficientemente piccole da penetrare in cellule e tessuti, dove potrebbero causare danni ancora non stimabili.
Inoltre, studi passati hanno stabilito che queste scorie possono catalizzare la presenza di patogeni già presenti negli scarichi, e accelerare il loro assorbimento nell'organismo.
Da dove arrivano? Come le microplastiche siano finite nell'acqua potabile non è ancora chiaro. Una fonte è sicuramente l'atmosfera, con le fibre sintetiche di abiti, tappeti e scarpe che vengono liberate nell'aria che respiriamo (l'80% delle asciugatrici negli USA "sfiata" direttamente sul balcone).
Ci sono poi gli scarichi delle lavatrici - ogni ciclo di lavaggio rilascia nell'ambiente 700 mila fibre - l'erosione della pioggia, e potremmo continuare: in Libano, l'acqua potabile proviene da sorgenti naturali, ed è contaminata per oltre il 93%.
Tamponare i danni. L'invasione di plastica riguarda ormai dunque tutto il ciclo dell'acqua, e la produzione di cibo: microfibre sono state rinvenute nella birra in Germania, nel miele, nello zucchero e nell'acqua imbottigliata (che dunque non è un'alternativa più sicura). Insomma il problema è ormai, strutturale. E i filtri comunemente usati per l'acqua domestica non riescono ad escludere particelle così piccole.
Torna l’evento che unisce Convegni, Formazione, Esercitazioni, Approfondimenti, Workshop, Spettacolo, Esposizione all’insegna della sicurezza.
Su ottomila mq, le due giornate di convegno esposizione richiamano tutte le figure della sicurezza per accrescere la cultura della prevenzione e per far conoscere le tecnologie più innovative delle aziende di settore.
Che cos'è il Safety Expo
E' il convegno esposizione a partecipazione gratuita che unisce al suo interno la XIII edizione del Forum di Prevenzione Incendi e la VI edizione del Forum di Sicurezza sul Lavoro.
La manifestazione, pensata per offrire una visione su tutte le problematiche più attuali, è divisa nelle due differenti aree della prevenzione incendi e della sicurezza sul lavoro, ciascuna con le proprie tipologie di incontro: convegni, focus di approfondimento, corsi di formazione, workshop tecnici, esercitazioni pratiche e tanti momenti di spettacolo ed emozione.
Nell'ampia area espositiva le aziende di settore presentano soluzioni tecnologiche e prodotti all'avanguardia.
Gli organizzatori
Il Safety Expo è organizzato dalle riviste Antincendio ed Ambiente & Sicurezza sul lavoro edite da EPC Periodici, in collaborazione con l'Istituto Informa. Contribuiscono attivamente alla manifestazione EPC Editore ed eADE, Tecnologie digitali.
Sappiamo che se nel nostro paese le malattie professionali sono in continua crescita, una buona parte delle patologie denunciate all’Inail sono correlate ad attività lavorative comportanti movimenti ripetuti degli arti superiori.
Per questo motivo è bene continuare a mantenere alta l’attenzione sulle tematiche relative al sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e sulle patologie comprese dalla sigla WMSDs (Work related Muscolo Skeletal Disorders) che raggruppa i disturbi o patologie provocate dallo svolgimento di attività manuali ripetitive in ambito lavorativo. Ma è anche necessario adottare idonee buone prassi e misure di progettazione per ridurre ed evitare l’esposizione a questi rischi.
Di seguito ecco riportate le “10” regole d’oro per ridurre il rischio, alternandole con alcuni utili suggerimenti per le postazioni di lavoro.
1. “eseguire le azioni nell’ordine insegnato;
2. usare il più possibile entrambi gli arti: le azioni più facili possono essere fatte anche con la mano sinistra;
3. evitare di aggiungere azioni inutili, ad esempio afferrando e riafferrando più volte un oggetto prima di posizionarlo. Se non è chiaro come svolgere il lavoro, chiedere informazioni al capo reparto. Avvisare il capo reparto quando risultasse necessario utilizzare o aggiungere nuove azioni rispetto a quelle stabilite per svolgere il lavoro;
4. non lanciare oggetti ed evitare comunque movimenti bruschi. Evitare azioni brusche con uso di forza nell’avvitare o spingere leve. Se la forza richiesta risulta eccessiva avvisa il capo reparto o l’addetto al servizio di prevenzione e protezione: occorrerà introdurre o usare un nuovo attrezzo o rimuovere l’inconveniente tecnico”. Il documento invita anche a “segnalare la presenza di un eccessivo uso di forza anche se fosse a carico delle sole dita della mano”;
5. “controlla che gli attrezzi che usi non provochino compressioni, arrossamenti, bolle, callosità sulle mani e sulle dita. Richiedi se necessario al Capo Reparto e al Servizio Prevenzione Protezione di rivedere l’attrezzo;
6. non prendere oggetti pesanti usando solo le dita (in particolare l’ultima parte delle dita);
7. se l’impugnatura di un attrezzo e l’esecuzione di più azioni costringono a mantenere a lungo il polso/i molto piegato/i chiedi al capo reparto o all’addetto della sicurezza di cambiare il tipo di impugnatura dell’attrezzo o di migliorare i punti operativi sul posto di lavoro”;
8. “non accelerare il tuo lavoro per finire prima del tempo accumulando minuti liberi prima di andare in mensa o prima della fine del turno: questo comportamento risulta dannoso per gli arti superiori soprattutto se si accumulano intere mezzore. Laddove possibile, è più salutare far riposare le braccia almeno una volta all’ora e/o turnare su più posti di lavoro che consentano di utilizzare in modo diverso gli arti superiori;
9. “lavorare spesso con le braccia sopra l’altezza spalle, soprattutto maneggiando pesi o facendo gesti che richiedono uso di forza, è rischioso per i tendini delle spalle. Chiedi al capo reparto o al Servizio Prevenzione Protezione di disporre attrezzi, oggetti in lavorazione, leve o pulsanti tutti sotto l’altezza delle spalle e il più vicino al piano di lavoro. Se è possibile, lavora appoggiando gli avambracci sul piano di lavoro”;
10. “rivolgersi al servizio sanitario aziendale quando si avvertono i primi sintomi soprattutto se legati all’attività lavorativa”.
La notizia di pochi minuti fa riguarda il "Modena Park" di Vasco Rossi, che sabato primo luglio richiamerà 220 mila persone nella città emiliana.
Ma tra i concerti "sensibili" ci sono anche gli "I-Days" di Monza.
Anche a Monza misure di sicurezza straordinarie per i concerti? La notizia di pochi minuti fa è stata diffusa da Ansa e riguarda principalmente il “Modena Park” di Vasco Rossi, che sabato primo luglio richiamerà 220 mila persone nella città emiliana.
Ma tra i concerti “sensibili” ci sarebbero anche gli “I-Days” di Monza, in scena tra pochi giorni, dal 15 al 18 giugno.
Un piano di sicurezza senza precedenti
“Il ‘Modena Park’ di Vasco Rossi, che sabato primo luglio richiamerà 220 mila persone nella città emiliana (da 190 mila abitanti) porta in dote numeri impressionanti da questo punto di vista, anche alla luce del recente attentato a Manchester e del panico che si è scatenato in piazza San Carlo a Torino.
Ma le misure straordinarie non saranno solo per Vasco a Modena. A Verona area attorno all’Arena blindata in occasione dei due spettacoli dei Wind Music Award”.
Controlli serrati
“Il piano predisposto da Prefettura e Questura vede la presenza di misure fisiche e di chiusure al traffico da parte della Polizia municipale, anche con l’installazione di new-jersey in cemento. Controlli serrati anche nelle aree di pre-filtraggio con metal-detector e la presenza oltre alle forze dell’ordine di steward dedicati, messi a disposizione degli organizzatori, come indicato dalle disposizioni del Viminale e del Capo della Polizia Gabrielli, sull’esempio delle manifestazioni calcistiche. A pochi giorni dal concerto dei Guns N’Roses che porterà nell’autodromo di Imola centomila persone, il prefetto di Bologna, Matteo Piantedosi, ha confermato l’impegno per la sicurezza “Cercheremo di prevenire tutto il prevedibile in momenti dove il terrorismo o la paura che un stupido gesto può generare, come è accaduto a Torino, possano avere drammatiche conseguenze per i cittadini”.
Anche divieti alla circolazione
Non mostra particolare preoccupazione il comune di Roma. “La collaborazione tra il Comune, le forze dell’ordine e la prefettura è già ben collaudata, e Roma ha tutte le competenze e l’esperienza per affrontare il problema della sicurezza e del panico, anche nell’Estate Romana”: ha detto Luca Bergamo, vicesindaco e assessore alla crescita culturale del Comune di Roma. “Sapremo rispondere alle manifestazioni violente: è sempre stata questa la grande forza dell’Estate Romana, fin dalla sua nascita”. Per quanto riguarda invece il mega raduno di Vasco, l’organizzazione, insieme al Comune di Modena, metterà a disposizione 46 mila posti auto almeno, ma l’invito è ovviamente quello di raggiungere Modena in treno, considerando anche che la stazione dista un chilometro appena dalla zona palco e ci saranno treni straordinari, regionali e nazionali. Già da venerdì sera 30 giugno sarà vietata la circolazione delle auto in una zona con un raggio di oltre un chilometro dal palco. La zona adiacente al parco Ferrari, che ospiterà l’evento, sarà suddivisa in due o tre cerchi concentrici.
Massiccia presenza di Forze dell’ordine
Ancora non è chiaro il loro numero. Di certo i mezzi saranno tenuti a debita distanza e i fan accederanno solo col biglietto a una prima area, dove poi saranno sottoposti a controlli con perquisizioni e l’utilizzo di strumentazione elettronica per scongiurare l’ingresso con oggetti vietati (il cui elenco sarà molto lungo). Prevista la presenza di almeno 1.200 addetti alla sicurezza (si parla di 600 della Protezione Civile) nel giorno del concerto, mentre già dalle settimane precedenti saranno in tutto 5.500 con turnazione. Massiccia la presenza delle forze dell’ordine, anche se numeri ufficiali non sono stati per il momento diffusi.
Sofisticate tecnologie
Non è escluso, ma anche qui di indiscrezioni si tratta, il supporto dell’esercito. Il ‘Modena Park’ prevede l’installazione di 55 telecamere a riconoscimento facciale, attive già a un chilometro dalla zona del palco, 24 ore al giorno e con copertura a 360 gradi. Le prove generali della macchina sicurezza saranno il venerdì sera con il sound check aperto ad almeno 15 mila persone. Il Modena Park prevede un maxi piano di evacuazione dell’area, che a quanto pare (come hanno riferito gli organi di informazione locali) è stato ‘tarato’ sulle 300 mila persone e non sulle 220 mila previste. In caso di eventi avversi gli accessi alla zona palco saranno notevolmente ampliati per permettere agli spettatori di allontanarsi. Le zone off limits saranno, infine, protette da specifiche barriere jersey.